Enel è più vicina all’Opa su Suez A Conti l’appoggio delle banche

L’Antitrust tedesca chiede all’Unione europea di bloccare la fusione tra i gruppi francesi

Paolo Giovanelli

da Milano

Nell’affare Enel-Suez si avvicina l’ora del lancio dell’Opa: la decisione potrebbe già essere presa nel cda che si terrà domani, anche se potrebbe essere rimandata ancora per qualche tempo. Dopo che il governo di Parigi ha deciso di patrocinare la fusione Suez-Gaz de France per impedire all’Enel di conquistare il gruppo francese e, a cascata, la belga Electrabel che è il vero obiettivo di Enel, l’amministratore delegato della società italiana Fulvio Conti sta cercando gli alleati che gli permettano di arrivare a coprire i 50 miliardi che l’Opa potrebbe costare. L’Enel potrebbe infatti arrivare a disporre di poco meno della metà, ma gli altri 30 dovranno essere trovati sul mercato: e ieri è emersa la disponibilità di Deutsche Bank, Dresdner, Unicredit, Capitalia, Sanpaolo Imi e Banca Intesa. Ci sarebbero anche Royal Bank of Scotland e Crédit Suisse. «Banca Intesa è vicina ad Enel in tutte le iniziative sagge e industriali» ha dichiarato l’ad Corrado Passera. E anche l’istituto torinese sarebbe della partita se il piano venisse valutato positivamente. Ubs, invece, ha fatto sapere di non essere coinvolta nella vicenda, in quanto è anche advisor di Suez. I mercati comunque tornano a credere nell’Opa e ieri il titolo Suez ha guadagnato il 4,62% rispetto a venerdì.
Va tenuto anche presente che se il governo francese modificherà la legge sulle partecipazioni pubbliche per permettere allo Stato di scendere nel capitale di Gaz de France, questo varrà anche per Edf. Ieri si ipotizzava anche la possibilità di una fusione tra Edf e Veolia, l’ex alleato dell’Enel che con il suo voltafaccia ha bloccato il lancio dell’Opa Enel su Suez quando, almeno ufficialmente, era in dirittura d’arrivo.
A dare una mano indirettamente all’Enel è intervenuta ieri l’Antitrust tedesca: il suo presidente, Ulf Boege, ha chiesto alla Commissione europea di impedire con ogni mezzo a disposizione la fusione sostenuta dal governo di Parigi. «Che due grandi imprese di distribuzione, in un mercato già isolato e protetto, si intendano fondere - ha detto in occasione di un intervento presso l'istituto di ricerche Ftw di Innsbruck - è certo un motivo di preoccupazione, ma il vero scandalo è che la politica francese si rivela come il motore di questo sviluppo. Il modo in cui la Commissione valuterà questo procedimento per il futuro della concorrenza in Europa - ha detto Boege - è sicuramente molto più importante di alcune riforme delle normative sui cartelli, che sono attualmente a Bruxelles all'ordine del giorno». Boege ha inoltre dichiarato di osservare «con molta preoccupazione», in diversi Stati dell'Unione, una «rinazionalizzazione della politica economica».
Intanto sul fronte spagnolo la Commissione europea ha inviato venerdì scorso una lettera al governo di Madrid in cui chiede chiarimenti sull’atteggiamento assunto nei confronti dell’Opa da 29 miliardi della tedesca E.On su Endesa, ritenuto protezionista.

Intanto è partita ieri ufficialmente l’Opa da 22,5 miliardi di Gas Natural su Endesa: l’offerta si concluderà il 19 aprile. Al momento Gas Natural non ha aumentato l’offerta, come ci si attendeva. Il vertice di Endesa dovrebbe annunciare oggi la sua posizione sulle Opa e si prevede che sarà favorevole a E.On.

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