Enel-Suez: Parigi deve rispondere entro oggi all’Ue

Bruxelles attende chiarimenti sul «no» all’Opa italiana. E domani potrebbe partire una raffica di procedure d’infrazione

da Milano

Parigi dovrebbe rispondere oggi alla seconda lettera inviata dall’Unione europea per chiedere chiarimenti sulla legge anti-Opa varata dal governo francese per mettere al riparo undici settori industriali da possibili scalate di gruppi stranieri, anche europei. E tra queste c’è anche quella possibile dell’Enel su Suez. Oggi è infatti l’ultimo giorno per inviare la risposta, ed è anche la vigilia delle decisioni di Bruxelles su una possibile raffica di procedure di infrazione contro i paesi che non aprono il loro mercato alla concorrenza. La Commissione europea potrebbe infatti aprire una serie di procedure di infrazione in seguito alla constatazione che molti Paesi non hanno ancora recepito le direttive europee o continuano a bloccare le aggregazioni non gradite tra le imprese. Un portavoce della Commissione ha detto che a essere interessati ai provvedimenti sarà un «ampio» numero di Paesi che sono in ritardo nel recepimento delle direttive o che non le hanno recepite del tutto. Ci sarebbe poi una «fetta» di governi che le ha fatte proprie in modo «minimalista».
Parigi, tuttavia, continua a ostentare sicurezza: il ministro delle Finanze Thierry Breton, ha detto che «va tutto molto bene», mentre fonti della rappresentanza francese a Bruxelles hanno affermato un po’ polemicamente che «alla prima richiesta di informazioni abbiamo risposto entro una settimana, in anticipo sulla scadenza. Questa volta, essendo le domande più o meno le stesse, ci siamo presi più tempo».
Ed è proprio sul prender tempo che Parigi sembra giocare le sue carte: la questione, sostiene, «riguarda ormai più l’aspetto della concorrenza che quello del mercato interno ed è quindi più di pertinenza del commissario Neelie Kroes (che segue appunto la Concorrenza), che di Charlie McCreevy (che segue il mercato interno)». Se venisse accettata questa tesi, tutto il tempo impiegato per chiedere chiarimenti al governo francese andrebbe perduto, perché dovrebbe scendere in campo la Kroes, ripartendo da capo e dando tempo al premier Dominique de Villepin di portare avanti la sua strategia contro le Opa indesiderate. La Commissione potrebbe comunque avviare un provvedimento che dà due mesi a Parigi per adeguare la sua legge ai criteri Ue, ma la rappresentanza francese ha lasciato intendere di non ritenere che ci siano gli estremi per un intervento europeo.


C’è comunque da tener presente che finchè non verrà lanciata l’Opa Enel su Suez e finchè non verrà notificata la fusione Suez-Gaz de France, la Commissione ha le armi parzialmente spuntate perchè può solo intervenire sulla normativa anti-scalate (ed è comunque già molto) e non su violazioni concrete.

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