Energia, Brescia spinge l’alleanza con Aem e apre a Hera ed Enìa

Il presidente dell’Asm Capra: «Disponibile a tutte le soluzioni». Oggi il vertice tra i sindaci di Milano, Brescia e Bergamo

Paolo Giovanelli

da Milano

Alla vigilia dell’incontro tra i sindaci di Milano, Brescia e Bergamo per la verifica delle prospettive di fusione tra Aem e Asm, Renzo Capra, presidente di Asm, ha aperto in maniera entusiastica all’ipotesi di accordo con Aem Milano e, eventualmente, con altre ex municipalizzate, anche se ha precisato che qualsiasi decisione sarà presa dopo la presentazione di un piano industriale dettagliato. Capra, infatti, ha detto di attendersi «tutto il bene possibile» dalla fusione, ma ha aggiunto che «i negoziati non sono ancora partiti».
«La fusione con Aem è un accordo importante per il futuro dell'azienda. Siamo interessati a tutti gli investimenti remunerativi, come per Endesa Italia. Sostengo infatti che la dimensione di per sè è una ricchezza» ha detto Capra in occasione della presentazione dei risultati semestrali che mostrano un aumento dei ricavi del 34,4% a 1,063 miliardi di euro, un margine operativo lordo di 208 milioni (più 20,8%) e un utile netto in crescita del 35,7% a 142,5 milioni. Un messaggio in più a sindaci e potenziali partner in vista delle discussioni sui concambi: Asm è solida e sta crescendo in fretta.
In ogni caso «siamo disponibili ad esaminare tutte le soluzioni, dalle piccole alle grandi» ha detto riferendosi alla possibilità che all’aggregazione si aggiungano in un secondo tempo Enìa ed Hera. Per Enìa si era anche parlato dell’eventualità che fosse coinvolta subito nelle trattative, ma per ora non è stata presa alcuna decisione. Alla domanda se ci siano paletti in una possibile una fusione fra le due società, Capra ha risposto: «Non ne conosco neanche uno. Posso confermare che opereremo sempre dopo avere svolto un piano industriale dettagliato e che tenga conto anche dei benefici derivanti dalle sinergie. Ci sono tanti aspetti di sinergie, ma solo quando il piano industriale di entrambe le due aziende sarà noto potremo dare ulteriori notizie».
Piuttosto, sono interessanti le proiezioni dell’agenzia Reuters, secondo la quale in caso di fusione il Comune di Brescia scenderebbe dall’attuale 69,2% detenuto in Asm al 28,1% della nuova aggregazione, Milano passerebbe dal 43,3% che ha oggi in Aem al 25,7%, mentre Bergamo vedrebbe ulteriormente limata la propria partecipazione del 5% in Asm a circa il 2 per cento. Se poi si arrivasse ad un accordo con Enìa ci sarebbe un’ulteriore diluizione. E a maggior ragione se nella nuova società dovesse entrare Hera, che ha una capitalizzazione rilevante.

Saranno importanti non solo i concambi, ma anche la stesura di patti di sindacato a «prova di bomba»: la nuova realtà, soprattutto se realizzerà il «polo elettrico» voluto dal governo, potrà destare robusti e non disinteressati appetiti.

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