«Energia e servizi: Nord Est unito o diventerà preda»

Salton (presidente Ascopiave): entro il 2008 va realizzata una super-utility con il contributo di Trieste, Treviso, Padova e Verona

«Energia e servizi: Nord Est unito o diventerà preda»

da Milano

Una nuova super-utility del Nord Est, che parte da Trieste per arrivare fino a Verona, passando per Treviso, Venezia, Padova e Vicenza, aggregando anche Udine e Gorizia, in grado di fare da polo di attrazione per la miriade di piccole municipalizzate che «popolano» il Veneto e il Friuli. E anche di arginare quell’altro fortissimo concorrente che sta nascendo con A2A (la fusione Aem Milano con Asm Brescia) e che è già stato scelto da Tea Mantova come prossimo partner. Gildo Salton, presidente di Ascopiave, ha fretta: se entro il 2008 non si metteranno le basi per la nuova aggregazione, il Nord Est diventerà terra di conquista.
«In pochi giorni abbiamo perfezionato l’aggregazione con Asm Rovigo e l’acquisto di Estenergy da Acegas-Aps, ieri ho incontrato Gian Paolo Sardos Albertini, presidente di Agsm Verona, per parlare del progetto. Contatti sono in corso con Udine e con Padova-Trieste, mentre a inizio anno avevamo fatto la fusione nel gas con Belluno. L’obiettivo è diventare la quarta realtà del settore in Italia, in grado di trattare con i grandi produttori di gas: abbiamo firmato un contratto con Gazprom per la fornitura di 650 milioni di metri cubi di gas per il 2007-2008. Dall’algerina Sonatrach abbiamo già ottenuto una fornitura di 500 milioni di metri cubi l’anno per 15 anni non appena sarà costruito il gasdotto Galsi, che unirà l’Algeria con Sardegna e Toscana. Quest’anno abbiamo venduto 1,5 miliardi di metri cubi, in gran parte acquistati direttamente o con il trading».
C’è uno studio di Bain e Company che prevede la possibilità di creare una holding regionale affidando un settore operativo a ogni singola utility.
«È in linea con quanto stiamo portando avanti. Noi puntiamo a una fusione tra le due quotate (Ascopiave e Acegas-Aps) per evitare problemi di Opa, per poi fondere le altre municipalizzate e infine scorporare le unità di business. Per esempio: Ascopiave potrebbe gestire il gas, Verona l’elettricità, Padova l’ambiente, Trieste l’acqua, tutto sotto il cappello di una holding. Si tratta di coniugare l’aspetto industriale con le esigenze politiche locali».
Mica facile...
«Ci sarà il problema di dove mettere la sede della holding, o di come strutturare le competenze: penso che acqua e gas insieme sarebbe meglio, ma ci saranno ostacoli. Ma alla fine saranno problemi marginali».
Marginali?
«Mentre lo dico faccio gli scongiuri. Sono questioni che vanno risolte al centro da Veneto Sviluppo (la finanziaria regionale, ndr) che potrà smussare gli angoli».
Tempo previsto per arrivare a una conclusione?
«Io sono ottimista: entro il 2008 l’accordo dovrebbe vedere la luce, anche se non completamente realizzato, ma almeno con il sì dei consigli comunali. Sarebbe scellerato non farlo entro il prossimo anno: il Veneto non ha una municipalizzata preponderante che fa da catalizzatore».
Acegas-Aps è più grossa di voi.
«Siamo quotati, se andiamo a vedere le capitalizzazioni siamo sostanzialmente alla pari. Il fatturato è fuorviante, la valutazione va fatta sulla redditività».
Sarà una bella partita...
«Zuccoli e Capra (A2A, ndr) cercheranno di espandersi a est, se noi non ci aggreghiamo arriveranno qui.

Se ci mettiamo insieme, poi potremo metterci al tavolo con A2A: se si vuol fare la Rwe italiana dobbiamo guardare a ovest. Per farlo dovremo attrezzarci prima. Se no, saremo fagocitati senza nessuna rappresentanza: è un pericolo non tanto remoto».

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