Energia, rincari d’ottobre: il gas costerà il 5,8% in più

da Milano

Il riflesso del caro-petrolio continua ad arrivare sul prezzo di elettricità e gas destinati alle famiglie: aumento limitato per l’elettricità (+0,8%, inferiore alle previsioni), ben più pesante per il gas (+5,8%). Lo ha comunicato ieri l’Authority. Ma intanto Confindustria aumenta il pressing perché nel mercato dell’energia destinata alle imprese aumenti la concorrenza.
Per ottenere questo risultato occorrono poche decisioni, ma chiare e tempestive, che il governo si è impegnato a prendere in tempi brevi: le imprese si attendono che ora il ministero per lo Sviluppo economico passi dalle parole ai fatti. Antonio Costato, vicepresidente di Confindustria per l’Energia e il Mercato, mette le mani avanti: «So bene che a Confindustria aderiscono produttori e consumatori di energia, e non voglio creare spaccature, ma c’è una realtà che non possiamo ignorare: da un lato abbiamo delle grandi utilities che fanno un pieno di profitti, dall’altro le imprese consumatrici che si trovano ad affrontare un’economia su cui si stanno abbattendo i riflessi della crisi finanziaria. Occorre che il prezzo dell’elettricità scenda per rendere più competitivo il sistema Italia e, per farlo, bisogna che arrivi la concorrenza anche tra i produttori di energia».
Cominciamo con un quadro della situazione.
«Veniamo da una stagione in cui in Italia c’era poca capacità di generazione. I nove anni dal decreto Bersani hanno liberalizzato il mercato, favorendo però un sistema di fissazione dei prezzi che ha generato i grandi profitti dei produttori di energia. Ma oggi ci sono nuovi operatori e abbondanza di capacità di generazione; ci sono, inoltre, tutte le premesse perché esista una concorrenza che invece continua a mancare. Anche a prescindere dai costi di gas e petrolio ci sono gli spazi per fare scendere il prezzo dell'elettricità».
Come?
«Si deve passare dal sistema del cosiddetto “prezzo marginale” che consente a tutti di vendere l’energia al prezzo più alto, a quello del “prezzo offerto” come si fa in Nord Europa e nei Paesi dove si vuole realizzare una effettiva concorrenza. In secondo luogo vanno rafforzati i collegamenti con gli altri mercati per permettere ad altri produttori di entrare più facilmente nel nostro. Per arrivarci basta un atto amministrativo, non c’è bisogno di percorsi lunghi, noi chiediamo al governo che sia fatto il prima possibile: ne beneficerebbero non solo le imprese, ma anche i milioni di consumatori italiani».
Ma lei spera davvero in una discesa dei prezzi dell’elettricità?
«Io spero che il governo faccia la sua parte: lo stiamo marcando stretto, c’è una serie di appuntamenti fissati per i prossimi giorni. Chiediamo atti concreti: la pressione dei nostri associati per provvedimenti in tempi rapidi è violenta.

C’è un’asimmetria tra produttori di energia che fanno grandi utili e le imprese consumatrici che sono alle prese con l'economia che rallenta. È un’asimmetria che deve finire e il governo deve muoversi. Se no, è inutile che si continui a parlare di mercato».

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