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Eni ridà vita agli oli esausti E aiuta la natura con Diesel+

Il carburante, prodotto nella bioraffineria di Venezia, è disponibile in 3.500 stazioni di servizio in tutta Italia

Onofrio Lopez

Ridurre le emissioni inquinanti e abbassare i consumi di carburante è possibile. Merito della ricerca Eni che ha saputo coniugare ecologia e mobilità con il «Green Diesel», prodotto con l'innovativa tecnologia Ecofining, sistema sviluppato nei laboratori Eni in collaborazione con Honeywell-Uop. Ottenuto dall'idrogenazione di oli vegetali, questo nuovo componente presenta caratteristiche migliori dei biodiesel tradizionali. Il Green Diesel è prodotto nella bioraffineria Eni di Venezia, primo esempio al mondo di riconversione «bio» di una raffineria tradizionale, ed è addizionato al gasolio dando vita a «Eni Diesel +». Si tratta del carburante Eni (disponibile in circa 3.500 stazioni di servizio Eni station) che contiene il 15% di componente vegetale, di cui circa il 20% da oli usati e grassi animali e altri oli di scarto, prodotto nella bioraffineria Eni di Venezia, a Porto Marghera e a breve anche a Gela. Qui Eni ha realizzato per la prima volta al mondo la conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria: le materie prime di origine biologica, compresi gli oli vegetali usati e grassi animali, vengono trasformate in biocarburanti di alta qualità. Eni Diesel + è stato lanciato nel 2016.

Il processo Ecofining trasforma materie prime di origine biologica in biocarburante, utilizzando sia cariche di prima generazione (oli vegetali come l'olio di palma) che di seconda generazione (oli alimentari usati, biomasse da rifiuti urbani, sottoprodotti delle lavorazioni di materiali di origine animale e vegetale).

I test sui carburanti venduti in Italia, condotti nei laboratori di Eni e dell'Istituto Motori del Cnr, hanno confermato l'elevata qualità di «Eni Diesel +». Grazie al 15% di componente rinnovabile (Green Diesel), l'innovativo carburante del Cane a sei zampe riduce le emissioni inquinanti: meno idrocarburi incombusti e meno ossido di carbonio. Inoltre grazie alla messa a punto di un ciclo produttivo più sostenibile contribuisce a ridurre sensibilmente le emissioni di anidride carbonica. La partenza a freddo del motore viene notevolmente facilitata consentendo di conseguire una riduzione dei consumi.

«Eni Diesel +» è anche una soluzione immediata per ridurre le emissioni inquinanti dei mezzi pubblici di vecchia tecnologia, in attesa che sia aggiornato il parco circolante. Venezia e Torino hanno già sperimentato il carburante sui mezzi pubblici, così come i il Governatorato della Città del Vaticano mentre a breve sarà in uso agli autobus del trasporto locale e ai camion della raccolta rifiuti di Taranto.

Il Green Diesel rappresenta un passo avanti decisivo verso l'adeguamento alle stringenti normative italiane ed europee sui biocarburanti che prevedono nel 2020 l'aggiunta del 10% di biocarburante nei prodotti immessi al consumo in Italia, di cui l'1,6% di biocarburanti avanzati. Green Diesel è addizionabile in percentuali elevate nei gasoli per autotrazione. Poiché viene prodotto tramite l'idrogenazione di oli vegetali, non contiene ossigeno ed è totalmente composto di idrocarburi, a differenza del biodiesel tradizionale. La Commissione Ue ha, inoltre, adottato criteri vincolanti di sostenibilità per i bio-componenti tra i quali la tutela del suolo, delle risorse idriche, dell'aria, della sostenibilità sociale e della non competitività con la filiera alimentare. Il Green Diesel risponde a tutti questi requisiti e, grazie alla flessibilità del processo «Ecofining», potrà essere ottenuto anche da grassi animali o olio domestico di scarto nonché da fonti «avanzate» quali gli scarti del legno e della cellulosa, opportunamente pretrattati.

Insomma, Eni ha già raccolto la sfida eco-sostenibile, impegnandosi tramite i propri centri di ricerca allo studio di soluzioni che preservino l'ambiente come «Eni Diesel +».

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