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Un’ennesima pagina di una vicenda nella quale a pagare il prezzo più alto sono i passeggeri meno fortunati I pulmini per disabili? Scomparsi

Mai entrati in servizio perché elettrici ma con scarsa autonomia, erano fermi nel deposito Atac di Grottarossa Ma ora non si sa dove siano finiti

L’intricata vicenda dei minibus elettrici attrezzati per il trasporto dei disabili si arricchisce di un nuovo sorprendente capitolo, ancora più fitto di mistero dei precedenti: i pulmini sembrerebbero essere spariti per incanto e, non avendo lasciato nessuna traccia del loro passaggio, a oggi non è dato sapere che fine abbiano fatto. Non sono più infatti nella rimessa di Grottarossa dove, nuovi di zecca, erano stati parcheggiati prima all’aperto in balìa degli agenti atmosferici e poi all’ombra di un capannone adiacente, al sicuro dalla tempesta di polemiche legate al loro inutilizzo. Non rispondono nemmeno all’appello nella rimessa di Trastevere, l’unica dotata di sistemi per la ricarica delle batterie (viene utilizzata per fornire energia alle linee elettriche che servono il centro storico) e che quindi avrebbe rappresentato la sola destinazione coerente in alternativa al ricovero di Grottarossa. Giusto per fare un esempio, la vettura numero 5769 targata CF490EJ si trovava al chiuso il 29 settembre dello scorso anno, è stata poi spostata all’esterno il 25 ottobre, per migrare celermente verso lidi ignoti pochi giorni dopo. Lo stesso iter che via via, settimana dopo settimana, è toccato a tutte le altre, fino ad arrivare alla spiacevole situazione attuale.
Inseriti in un progetto di mobilità sostenibile risalente al lontano 1999 e consegnati a Trambus a partire dal 2002 i veicoli, non inquinanti e capaci di muoversi agilmente anche nelle vie più anguste, per buona parte non sono mai entrati in servizio. L’inattività, almeno secondo la motivazione ufficiale fornita dall’azienda capitolina, sarebbe legata alla scarsa durata delle batterie, capaci di garantire un’autonomia di appena tre ore. Una figuraccia bella e buona per chi non si è preoccupato di verificarne le caratteristiche tecniche prima di acquistarli, che passa però in secondo piano alla luce degli ultimi clamorosi sviluppi.
E così quella che sembrerebbe essere la trama di un oscuro romanzo giallo si risolve invece nell’ennesima lampante conferma delle politiche di facciata che caratterizzano il trasporto pubblico romano, tutte concentrate nel farsi pubblicità alla prima occasione utile sbandierando iniziative senza dubbio lodevoli, che però più di una volta finiscono per rimanere inattuate alla prova dei fatti. E in questa categoria continuano a rientrare a pieno titolo i minibus Mercedes Sprinter, nonostante le ripetute denunce del Giornale e le promesse ufficiali fatte ormai nove mesi fa dal presidente di Trambus Raffaele Morese davanti alle telecamere di Striscia la notizia. Promesse ancora non mantenute, sebbene il termine inderogabile per la messa in servizio di tutte le vetture fissato dallo stesso Morese coincideva con la fine del 2006.
Niente di nuovo sotto il sole potrebbe dire qualcuno, anche se a perderci in questa vicenda sono tutti gli appartenenti a una categoria che invece meriterebbe la massima protezione, quei disabili che pur avendo già ottenuto dal V dipartimento l’autorizzazione all’utilizzo gratuito dei pulmini, sono invece costretti per scarsità di mezzi a far ricorso al servizio a pagamento, dal costo significativo di 25 euro a chiamata.

I minibus elettrici che prima di sparire si trovavano a Grottarossa da operativi avrebbero garantito circa 10mila interventi aggiuntivi all’anno, una quantità che, e questo non è un mistero, da sola avrebbe sicuramente fatto la differenza.

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