
Si può chiamare anche gioco al rialzo, e non solo perché riguarda il mondo dei videogame, diventato ancora più costoso. Non è dunque soltanto Sony ad aver deciso un aggiornamento dei listini della Playstation 5, mossa che aveva fatto alzare più di un sopracciglio ai fan: ieri anche Microsoft ha annunciato un adeguamento per le sue Xbox, notizia che si aggiunge a quella recente sul prezzo di lancio della nuova Nintendo Switch 2 e che ha anche un risvolto politico, visto che – anche senza nominarlo direttamente – uno dei motivi di questa decisione coinvolgerebbe anche i dazi decisi da Donald Trump. Di certo c’è comunque che Microsoft si unisce al coro degli aumenti nel settore videoludico e pagheremo noi, visto che le console Xbox Series X e Series S vedono un ritocco verso l’alto del prezzo in Europa. Come confermato ufficialmente dall’azienda, la Series S – il modello più economico della gamma – sale da 299,99 a 349,99 euro, mentre la più potente Series X passa da 499,99 a 549,99 euro. Un aumento di 50 euro per entrambe le versioni, in pratica, che Microsoft giustifica con una “attenta valutazione delle condizioni di mercato e dell’aumento dei costi di sviluppo”. Appunto.
Tra l’altro gli aumenti non riguardano solo le console. Sebbene in Europa gli accessori per Xbox siano per ora esclusi dai rincari, in Nord America – in particolare negli Stati Uniti e in Canada – Microsoft ha già aumentato il prezzo delle cuffie ufficiali. Ed anche i videogiochi subiranno una revisione dei prezzi: i titoli attualmente sugli scaffali non cambieranno il costo, ma a partire da Natale verranno applicati nuovi listini ai giochi di prossima uscita. Il che vuol dire che in certi casi vedremo superare sicuramente la soglia psicologica dei 100 euro. Molti analisti – come quelli del sito specializzato Engadget – puntano il dito sulle politiche commerciali introdotte negli Stati Uniti: le console Xbox sono prodotte prevalentemente in Cina, e Foxconn, uno dei più grandi assemblatori di elettronica di consumo, svolge un ruolo cruciale nella loro fabbricazione. I dazi e le tensioni commerciali tra Washington e Pechino avrebbero dunque spinto i costi verso l’alto, incidendo sui margini delle aziende tech. Microsoft, tra l’altro, ha recentemente aumentato anche il suo abbonamento Microsoft 365 Family, passato lo scorso febbraio da 99 a 129 euro l’anno. Segno che l’intero ecosistema del colosso di Redmond è oggetto di una revisione dei prezzi su scala globale.
Insomma: dopo che Sony ha rivisto al rialzo i prezzi della Ps5 di circa il 25% nel Regno Unito e nell’Unione Europea e dopo che Nintendo ha annunciato che il suo nuovo prodotto di punta costerà ben 469,99 euro (un centinaio di euro in più rispetto quando fu lanciata la prima versione, e tra
l’altro – per poter giocare con i giochi in proprio possesso bisognerà aggiungere un altro balzello), il 2025 si sta rivelando un anno di svolta per l’economia del gaming. Ma soprattutto per i portafogli degli appassionati.
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