da Milano
Grazie allandamento delle entrate, migliorano i conti pubblici, giunti al giro di boa di metà anno: il «rosso» migliora di 7,2 miliardi nei primi sei mesi, scendendo dai 33,4 miliardi del gennaio-giugno 2006 ai 26,2 miliardi di questanno. Lo comunica il ministero dellEconomia, spiegando che al miglioramento ha contribuito anche un andamento contenuto delle spese.
A giugno, in particolare, i versamenti delle imposte e delle dichiarazioni dei redditi hanno aiutato i conti dello Stato. Il saldo tra le entrate e le uscite è stato positivo e ha fatto realizzare un avanzo del settore statale, per via provvisoria, di circa 18,5 miliardi, superiore di oltre 4 miliardi rispetto a quello di giugno 2006, quando si erano iniziati a vedere gli effetti della crescita del gettito e lavanzo si era attestato a quota 14,3 miliardi. Limpatto positivo ha influenzato positivamente il fabbisogno cumulato, che nei primi sei mesi, è stato quindi di 26,2 miliardi, inferiore di oltre 7,2 miliardi in confronto allo stesso periodo dellanno scorso, quando si era attestato a quota 33,4 miliardi.
Il ministero guidato da Tommaso Padoa-Schioppa spiega che il miglioramento dellavanzo del mese riflette «la positiva evoluzione del gettito fiscale»: le entrate, dunque, non hanno deluso lerario. Dal lato delle spese, invece, «mentre si registra un andamento contenuto dei prelievi da parte degli enti decentrati e delle altre amministrazioni, si evidenzia lo slittamento a luglio, per ragioni di calendario, di pagamenti con scadenza 30 giugno per un importo di circa 1,7 miliardi».
La strada da percorrere per il traguardo di fine anno è comunque ancora lunga. Mancano ancora sei mesi e lobiettivo che il governo si è prefissato è decisamente ambizioso: il Dpef prevede per fine anno un mini-fabbisogno di 28,9 miliardi.
Sempre in tema di conti pubblici, in particolare, le maggiori entrate tributarie per il 2007 iscritte in bilancio con il provvedimento di assestamento, presentato dal ministero dellEconomia insieme a Dpef e decreto legge di redistribuzione, ammontano a 7,403 miliardi, al netto delle regolazioni contabili: le maggiori spese ammontano invece a 3,219 miliardi. Lo certifica la relazione tecnica al decreto, alla firma del capo dello Stato, vistata dalla Ragioneria generale, e di cui lagenzia Radiocor ha anticipato il contenuto.
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