da Roma
Le entrate fiscali continuano a far segnare un vero e proprio boom: da gennaio a maggio, secondo il ministero dellEconomia, hanno superato la rispettabile quota di 133 miliardi di euro, con un incremento di 10 miliardi e mezzo (+8,7%) rispetto ai primi cinque mesi dellanno scorso. Nel solo mese di maggio lincremento è risultato superiore per 4 miliardi e 190 milioni alle entrate del maggio 2005 (+16,3%). Un risultato molto buono, considerando che il «grosso» delle entrate arriva in giugno, con lautotassazione che, secondo le prime proiezioni, è andata benissimo.
«Dopo i dati sul fabbisogno vengono quelle delle entrate, tutti riferiti al governo Berlusconi: dopo mesi di accuse, mi aspetto un Ballarò di scuse», commenta lex ministro dellEconomia Giulio Tremonti. «Il vero e proprio boom delle entrate - aggiunge lex sottosegretario allEconomia Maria Teresa Armosino (Forza Italia) - dimostra la validità della politica economica del governo Berlusconi, e smentisce clamorosamente le accuse di Prodi e compagni». Mentre Francesco Storace ricorda che il programma dellUnione recitava: «Le entrate fiscali si sono drasticamente ridotte, con una massiccia ripresa dellevasione fiscale». Alla luce degli ultimi dati, aggiunge lesponente di An, cè solo da dire: «Quante balle».
Lincremento riguarda più o meno tutte le imposte, dirette e indirette. LIva, ad esempio, ha fatto segnare nei primi cinque mesi un maggior gettito di 3 miliardi e mezzo (+9,4%); mentre limposta sui redditi delle persone ha generato entrate aggiuntive per 3 miliardi e 255 milioni (+ 6,2%). In aumento anche lIrap (+ 5,5%) e limposta sul reddito delle società (+7,4%). Questultima fornisce però un gettito molto basso, un miliardo e 410 milioni in tutto, soprattutto se confrontato con lIrpef che produce unentrata di 55 miliardi e mezzo.
Landamento positivo delle entrate è uno dei fattori che ha consentito al governo di rimandare, di fatto, al 2007 la correzione dei conti pubblici (la manovrina 2006 è infatti pari allo 0,1% del Pil). Nel Dpef è prevista una correzione pari a circa 35 miliardi per lanno prossimo. Una quantità che viene ritenuta sufficiente dallagenzia di rating Standard & Poors. «La strategia del Documento è incoraggiante - spiega una nota di S&P - ed è basata su stime realistiche. Però - rileva lagenzia - il Dpef contiene molte buone intenzioni e poche misure concrete.
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