E.On, bilancio record ma come per l’Enel «scoppiano» i debiti Il gruppo tedesco ha chiuso il 2008 con vendite a più 26% L’indebitamento passa da 21 a 45 miliardi. In vista cessioni

DüsseldorfAlla vigilia del consiglio Enel, chiamato probabilmente a varare un aumento di capitale da 7-8 miliardi per far fronte all’indebitamento, anche il gruppo tedesco E.On scopre di avere raddoppiato i debiti: da 21 a 45 miliardi. E per questo ridurrà gli investimenti e procederà a dismissioni. Allora l’obiettivo è ora consolidare le posizioni in attesa che passi la tempesta. E nel frattempo prepararsi alla possibile ripresa, che comunque arriverà dopo il 2010.
E.On ha comunque presentato ieri un bilancio 2008 molto positivo, anche se associato a programmi di cautela. Così, l’ad del gruppo, Wulf Bernotat, ha annunciato vendite salite del 26% a 86,8 miliardi (grazie soprattutto alle acquisizioni compiute in Italia, Spagna e Francia e che sono state iscritte a bilancio nella seconda metà dell’anno) e utili che hanno toccato i 5,6 miliardi. Ma la Borsa ha ha chiuso con una perdita dello 0,5%.
Sul fronte italiano, dove E.On ha acquistato Endesa Italia dall’Enel, il responsabile finanziario Marcus Schenk si è mostrato estremamente prudente: da un lato il gruppo ha dovuto svalutare per 1,8 miliardi (di cui 500 milioni per la Robin Tax) le partecipazioni acquisite al prezzo di 11,5 miliardi in Italia, Spagna e Francia, dall’altro si è mostrato preoccupato per la nuova normativa sul mercato elettrico contenuta nel decreto anti-crisi che ha introdotto elementi di incertezza sul fronte dei prezzi dell’energia e potrebbe incidere sugli utili. Lutz Feldmann, responsabile dei nuovi mercati, ha mostrato invece interesse per le prospettive sul nucleare aperte dal recente accordo con la Francia che potrebbe aprire le porte a investimenti nel settore. Tutto fermo (o quasi) invece nei rigassificatori: quello di Livorno, assieme a Iride, va avanti; al momento nulla di fatto per quello di Trieste, per il quale, se si farà, si prevedono tempi lunghi. Il manager tedesco ha detto che si sta invece muovendo rapidamente l’impianto, sempre di E.On, che verrà costruito sull’isola di Krk, di fronte alle coste dalmate.
Tornando ai conti e alle previsioni del gruppo per i prossimi anni, Bernotat ha detto di attendersi che i margini rimangano sostanzialmente invariati quest’anno rispetto agli alti livelli del 2008, e questo nonostante la crisi. Nel 2010 l’ebit arriverà a 11 miliardi, con una crescita più che dignitosa del 10%, inferiore però alle previsioni. Ci sono poi gli aspetti che avvicinano E.On a Enel, anche se con dimensioni diverse. Lo scorso anno E.On ha raddoppiato gli investimenti a 26,2 miliardi, soprattutto per le acquisizioni. E i debiti sono passati da 21,5 a 45 miliardi, una cifra che in ogni caso si tiene sotto il rapporto di 3,5 rispetto all’ebitda. E questo, con la crisi finanziaria che in Germania si fa sentire più pesantemente che in Italia, ha spinto il vertice del gruppo tedesco a una severa cura.

Innanzitutto gli investimenti, che per il 2009-2011 che dovevano toccare i 36 miliardi, verranno ridotti a 30, ed è allo studio un piano di dismissioni per 10 miliardi. Bernotat non ha però voluto dire quando verrà ceduta Thuga, società di distribuzione del gas da tempo sul mercato.

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