In una prima assoluta per il mondo arabo e il Medio Oriente dei regimi autocratici, il raìs egiziano Hosni Mubarak è stato messo ieri sotto custodia cautelare per 15 giorni dalla procura del Cairo. Ora si trova in un ospedale di Sharm el Sheikh, in condizioni «stabili», secondo fonti mediche locali, dopo aver avuto una crisi cardiaca durante un interrogatorio martedì. Comparirà di fronte a un tribunale del Cairo il prossimo 19 aprile, ma non da solo. I suoi due figli, Alaa e Gamal, sono stati condotti ieri nella famigerata prigione di Tora, al Cairo, a bordo di unautomobile con i vetri oscurati, mentre la folla attorno lanciava sassi, bottiglie di plastica e persino ciabatte infradito. I magistrati accusano il regime e l'entourage di Mubarak di essere all'origine delle violenze contro la piazza durante i giorni della rivoluzione e stanno ora indagando sugli atti di polizia e forze dell'ordine. Nei giorni della rivolta di gennaio e febbraio, almeno 800 persone sarebbero rimaste uccise. Altri giudici stanno invece cercando di fare luce su presunti atti di corruzione dell'entourage dei Mubarak. Soprattutto sugli affari del figlio Gamal - per anni considerato il possibile successore del padre - e di quei tecnocrati che assieme a lui hanno portato avanti le privatizzazioni degli anni 90 e che sono ora accusati dalla popolazione di aver usato la loro posizione per arricchirsi.
L'Egitto assiste in queste ore a uno spettacolo inedito, richiesto dalla piazza. Martedì, l'ex presidente egiziano è stato interrogato vicino a Sharm el Sheikh, la località balneare sul mar Rosso dove si è rifugiato dopo aver lasciato il Cairo. Durante l'interrogatorio il raìs avrebbe avuto il primo di due arresti cardiaci. Il secondo, rivelano fonti mediche, sarebbe arrivato ieri mattina. Un team medico è stato inviato a Sharm el Sheik dal Cairo per verificare le condizioni di salute di Mubarak e riferire i risultati della visita alla procura.
Per la piazza che da giorni manifesta contro i vertici militari, ora alla guida del Paese, il deterioramento improvviso delle condizioni di salute del raìs, da tempo malato, è un trucco dell'ex regime e dell'esercito per evitare a Mubarak l'umiliazione della cella. L'opposizione che ha chiesto all'inizio dell'anno la rimozione del raìs e ha appoggiato con entusiasmo l'entrata in scena dell'esercito, è scesa in strada nelle scorse settimane contro i vertici militari accusati di coprire gli ex governanti.
L'esercito che si era presentato come il garante di una transizione pacifica ha in poco tempo perso l'appoggio della strada. Alcune settimane fa, scontri tra musulmani e cristiani al Cairo hanno causato morti e feriti e i soldati sono stati incapaci di arginare le violenze. All'alba di venerdì i militari hanno fatto irruzione in piazza Tahrir, luogo simbolo della rivoluzione, dove alcuni manifestanti protestavano contro il nuovo regime. Il giorno dopo, una corte militare ha imposto due anni di carcere a un blogger per aver «insultato» i vertici militari online. Maikel Nabil, 25 anni, ha accusato l'esercito sul suo sito di portare avanti le pratiche di Mubarak.
Per alcuni analisti, l'annuncio della custodia cautelare per Mubarak è una mossa dell'esercito per calmare la crescente frustrazione della piazza nei confronti dei suoi ex eroi in uniforme. E forse è una tattica vincente: ieri, il movimento che raggruppa i giovani rivoluzionari ha cancellato una manifestazione in programma per domani al Cairo.
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