«Un’epoca di sfide»: la nautica s’interroga

Dopo aver incassato le nuove norme sulla nautica da diporto - compresa la frenata Ue sulla durata delle concessioni demaniali - tutto lo staff del presidente di Ucina-Confindustria Nautica, Anton Francesco Albertoni, è impegnato negli ultimi dettagli di Satec 2011 dal titolo «Nautica: un’epoca di sfide tra nuovi assetti istituzionali e nuovi mercati». Quest’anno la convention si svolgerà a Viareggio da venerdì a domenica prossimi nei saloni del «Versilia Congressi»
Dopo l'Assemblea privata dei soci Ucina, in programma nel pomeriggio di venerdì, il programma proseguirà sabato alle 10,30 con un convegno a due sessioni tematiche. In prima battuta Renato Mannheimer presenterà i risultati dello studio Ispo «Le Amministrazioni locali e la Nautica», spunti e dati importanti, oggetto della tavola rotonda che seguirà e che sarà l’occasione per un confronto tra diversi esponenti politici sulle opportunità di sviluppo del comparto legate al nuovo assetto federale del Paese e alle politiche territoriali.
Nella sessione pomeridiana, invece, Bain & Company presenterà l’indagine «Il made in Italy al servizio del nuovo consumatore globale» nell’ambito di un dibattito a cui parteciperanno rappresentanti di altri settori dell’eccellenza nazionale. Un’occasione di confronto fra nautica e altri settori industriali che sono stati capaci di conquistare i mercati emergenti e adattare le strategie aziendali ai nuovi contesti competitivi, mutuando in tal modo esperienze di eccellenze.
Anche l’edizione 2011, inoltre, a margine della convention, ha previsto un programma di prove in mare a partire dal pomeriggio di sabato e che proseguirà per tutta la giornata di domenica.
Molto attesa, infine, la serata di gala ( inizierà alle 19,30 di venerdì) per l’assegnazione dei tradizionali premi «Pionieri della nautica».
Il Satec-Ucina 2010 fu a dir poco esplosivo. Infuriava, infatti, la polemica sulla cosiddetta operazione «No boat no crime» condotta dalla Guardia di Finanza e culminata con lo spettacolare blitz sullo yacht «Force Blue» di Flavio Briatore. Operazione alla quale gli addetti lavori risposero all’unisono: «No boat no Italy...». Da quel momento cominciò la fuga in Costa Azzurra, in Corsica e in Spagna dei grandi yacht.

Dopo qualche mese, con l’infuocata polemica rientrata nei toni più pacati, in molti si dilettarono a fare la lista dei danni subiti dalle economie costiere e dall’indotto più in generale: circa 1 miliardo di euro.
L’auspicio generale è che, in corso d’opera (la stagione è appena iniziata), l’era degli «arrembaggi» si sia conclusa. Ma non è detto...

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