«Era buono, ce l’hanno ammazzato»

Emilio Orlando

«Renato era un ragazzo meraviglioso. Non litigava mai con nessuno, anzi era sempre il primo a cercare di rasserenare gli animi. Quel che gli è accaduto è assurdo». Non hanno parole gli amici di Renato Biagetti, 26 anni, studente di Ingegneria a Roma 3, ucciso ieri a coltellate da due balordi, sconosciuti, che lo hanno aggredito sul lungomare di Focene. Silvia, Piero, Paolo e Roberto, chiedono increduli ai carabinieri come si siano svolti i fatti. Guardano sbigottiti il luogo del fattaccio. Non si danno pace. «Quei maledetti lo hanno assalito senza pietà, lui che era sempre così tranquillo, disponibile con tutti». Un ragazzotto alto e robusto, con la passione per piatti e mixer da deejay, due fratelli, Renato viveva con la famiglia al Poggio Ameno. Sabato sera s’era organizzato con Paolo e Laura, la ragazza, per andare alla festa di fine stagione al «Buena Onda», chiosco-spiaggia ritrovo per surfisti e appassionati di musica rasta. «No, non lo ricordo quel giovane - dice Ennio, il gestore - ogni fine settimana lasciamo aperto il bar e facciamo musica fino alle tre e mezza. Poi un po’ di gruppetti rimangono sulla spiaggia fino all’alba.

Quando ho riaperto questa mattina (ieri, ndr) alle sette, mi sembrava che tutto fosse a posto come sempre. Poi mi hanno indicato la strada, le macchie di sangue, i rilievi degli investigatori. Siamo stravolti. Ci pare impossibile che un ragazzo sia morto per un sabato sera di festa».

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