BerlinoVentiquattro anni di violenze, dieci mesi di indagini, tre giorni di processo. Infine lergastolo per Josef Fritzl, arrestato il 27 aprile 2008, condannato ieri. Unanimità dei giurati su tutti i capi daccusa, compreso lomicidio per omissione di soccorso di uno dei sette figli nati dallincesto. Lui, daltronde, ha ammesso ogni colpa. Di fronte al giudice che legge la sentenza resta composto e sussurra: «Accetto il verdetto, non farò appello». «Paghi fino alla morte», aveva detto poco prima la vittima, sua figlia Elisabeth.
Ora si aprono le porte della sezione psichiatrica di un carcere austriaco: una terapia per la sua mente malata, le sbarre di un penitenziario per il resto dei suoi giorni. Tre giorni di processo, sobrio e secco. Nel primo il racconto della vittima, affidato a una registrazione video trasmessa a porte chiuse, senza pubblico e giornalisti. Tanto è bastato a far crollare laccusato. Il secondo giorno la svolta, la confessione. Il terzo la requisitoria del pm, vibrante e precisa, e la difesa dellavvocato. Poi la camera di consiglio, tre ore di confronto nelle quali gli otto giurati popolari hanno trovato lunanimità sui capi dimputazione. Quindi la lettura della sentenza. Erano le due e mezza del pomeriggio, quando il giudice Andrea Humer ha fatto scendere il sipario sullaula del piccolo tribunale di St. Poelten.
Una lezione di stile ed efficienza per un processo che aveva mobilitato plotoni di giornalisti. Il carnevale mediatico cè stato, ma la magistratura è riuscita a tenerlo fuori dallaula giudiziaria.
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