Dopo le denunce del Giornale e il conseguente taglio dei fondi da parte dell'Università e della Provincia di Genova, Ergo Sum chiude. Lo annuncia il caporedattore Marco Fiorello in un comunicato stampa pubblicato anche sul sito di Radio Radicale.
Nei prossimi giorni ci sarà un confronto di idee direttamente con la redazione di Ergo Sum, giornalino universitario che nel numero di aprile riportava disegni osceni e accuse alla Chiesa. È stata diffusa una replica scritta di Marco Fiorello in cui non si coglie alcuna traccia di rammarico per i toni offensivi degli attacchi anticattolici, ma, anzi, un rilancio della polemica.
Accusano il Giornale e il sottoscritto di avere spento un «organo d'informazione e cultura nella nostra città», sottacendo il fatto che sia l'Università sia la Provincia - certo non sospettabile di collusione ideologica col Giornale - hanno immediatamente e pubblicamente riconosciuto il carattere blasfemo e offensivo di alcune pagine del numero di aprile. Per Ergo Sum il loro agire sarebbe dettato solo da ragioni di convenienza elettorale. Non si capisce tuttavia che relazione abbia l'Ateneo con le prossime elezioni.
Invocano a loro sostegno il dettato dell'articolo 21 della Costituzione («Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione»). Peccato che non sia citato anche l'articolo 2, che recita «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo...», tra cui è primario quello di non veder vilipesa la propria religione. E neppure certi passi fondamentali della recentissima (23 aprile 2007) «Carta dei Valori, della Cittadinanza e dell'Integrazione» emanata dal Ministero dell'Interno, in cui fra l'altro si legge: «Lo Stato laico riconosce il contributo positivo che le religioni recano alla collettività e intende valorizzare il patrimonio morale e spirituale di ciascuna di esse...» (articolo 21); «L'ordinamento proibisce l'offesa verso la religione e il sentimento religioso delle persone» (articolo 24); «L'Italia rispetta i simboli e i segni di tutte le religioni...» (articolo 25).
Non pare proprio che la redazione di Ergo Sum si sia attenuta a queste raccomandazioni nel momento in cui, in un contesto di inequivocabile inno al profilattico, ha rappresentato Gesù Cristo avvolto in un cellophan a forma di gondone e ha aggiunto la scritta «Se la prudenza non è mai troppa... anche io mi proteggo»! La difesa è che si tratti di una statua fotografata in una non precisata chiesa in restauro...
Marco Fiorello sottolinea il carattere apartitico e indipendente di questo giornalino studentesco. Il contenuto, però, lascia quale dubbio: il numero di aprile di Ergo Sum trabocca di un laicismo aggressivo, sprezzante, volgare, mai aperto ad alcun dubbio o contraddittorio. Non sarà un caso il fatto che ora la redazione annunci che «in merito alla chiusura immotivata di Ergo Sum, la prossima settimana avrà luogo un'interrogazione parlamentare promossa dai deputati dei Radicali».
Liberazione, il quotidiano di Rifondazione, domenica ha dedicato un articolo alla vicenda. Il giornale sposa la tesi del Cristo avvolto nel cellophan, ricorda gli scoop della redazione, composta - si precisa - «anche da «giovani appartenenti al mondo scout». La conclusione è un attacco alla Provincia (e quindi al suo presidente) che ha tagliato i fondi: «Chissà se il centro sinistra a Genova si accorgerà che anche i giovani votano» si chiede polemicamente la giornalista.
Infine Fiorello se la prende con noi accusandoci di diffamazione perché abbiamo accostato gli attacchi contro monsignor Bagnasco su Ergo Sum alle recenti scritte oltraggiose comparse sui muri di Genova. Lungi da noi gettare sospetti sui ragazzi di Ergo Sum. Pagine così unilaterali e faziose costituiscono però un obiettivo «brodo di coltura».
Le reazioni critiche di studenti universitari (e non solo di studenti) verso Ergo Sum sono state numerosissime (alcune le vedete pubblicate sotto).
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