Erin Morgenstern «riscrive» l’immaginario fantasy

Vampiri, angeli, troll, maghetti e lupi mannari, addio: il 2012 sarà l’anno del circo. Qualcuno potrebbe alzare il ditino e obiettare che abbiamo già dato con Federico Fellini e che gli americani arrivano sempre secondi, ma le ultime tendenze editoriali d’oltreoceano meritano un’occhiata. Soprattutto se, come è accaduto nel caso di Erin Morgenstern, autrice de Il circo della notte, appena arrivato in libreria anche da noi per Rizzoli (pagg. 468, euro 19), minacciano di trasformarsi ben presto in tendenze cinematografiche. Esordio d’oro di una 33enne del Massachusetts (che sia nata a Salem, terra di streghe, è un ulteriore impulso alla promozione), fenomeno editoriale da oltre un anno negli Stati Uniti, acquistato dalla Doubleday con anticipo record, venduto subito in 30 Paesi, debutto al secondo posto della classifica del New York Times, dove rimane per mesi, il più venduto in assoluto del 2011 per l’Associazione dei librai indipendenti americani, miglior libro dell’anno di Amazon US e Amazon UK, Kirkus Review, Publishers Weekly e The Globe and Mail. Il romanzo è stato acquistato dalla Summit Entertainment, casa di produzione di Twilight, che ha già coinvolto nel progetto il produttore di Harry Potter.
Sarà perché dentro ci sono tutti gli ingredienti perfetti per spazzare via dalla fantasia degli appassionati di urban fantasy tutti i precedenti, facendoli apparire «poveri». C’è l’ambientazione d’epoca, nella Londra del 1886. C’è la notte, che ospita tutti gli spettacoli del Cirque des Reves, il circo dei sogni che richiama gente disposta a vegliare su acrobati volanti e contorsioniste, ma anche su fenomeni inspiegabili come l’albero dei desideri e il giardino di ghiaccio. Ci sono i maghi, rivali da sempre e pigmalioni di due giovani allievi, Celia e Marco, addestrati a umiliare e stupire l’avversario. E infine c’è l’amore tra predestinati alla lotta e alla morte, proprio come in Twilight accade tra umani e vampiri e tra umani e lupi mannari.

Il fatto è però che questi ingredienti non vengono mai lasciati a se stessi: il libro è sorprendentemente maturo, i reveurs, popolo che va oltre Fellini per avvicinarsi a Polanski e che attende la notte per assistere al delicato equilibrio di forze che regge la magia suprema del tendone, siamo noi lettori e ci piace starci pagina dopo pagina e il setting vittoriano è curato come e quanto la scuola di Hogwarts.

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