Erminio Pampuri

Nacque nel 1897 a Trivolzio, tra Milano e Pavia, ed era il penultimo degli undici figli di un vinaio. La madre lo lasciò presto orfano e il padre morì in un incidente stradale. Erminio venne allevato da uno zio medico. Studiò anch’egli medicina e si specializzò in Ginecologia. Partecipò alla Grande Guerra (nella quale perse un fratello) guadagnandosi una medaglia al valore per un suo atto d’eroismo: durante la ritirata dopo Caporetto, da solo recuperò l’intera attrezzatura di un ospedale da campo, la caricò su un carro tirato da un bue e, dopo un viaggio di ventiquattro ore sotto le cannonate e la pioggia battente, riuscì a portarla al sicuro dietro le linee italiane. In quell’azione si buscò una pleurite che lo avrebbe portato alla tomba a solo trentatré anni. Fu poi medico condotto a Moribondo, dove la gente lo chiamava «il dottorino», a causa della giovane età, o «il dottor carità», per la sua vita esemplarissima come credente e come professionista. Nel 1927, malgrado la salute cagionevole, riuscì a vestire l’abito dei Fatebenefratelli a Milano col nome religioso di fra’ Riccardo. Morì di tubercolosi a Milano nel 1930, nel mese di maggio come aveva predetto. Con lui sono tre i medici del Novecento canonizzati dalla Chiesa: gli altri sono Giuseppe Moscati e Gianna Beretta Molla. A questo santo ho dedicato una biografia dal titolo Il dottor carità.

Vita di san Riccardo Pampuri (Piemme), che sarà presto in libreria. Il suo piccolo santuario a Trivolzio è meta di continui pellegrinaggi soprattutto di giovani, ed è incredibile la quantità di testimonianze dei suoi miracoli.

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