Gli esperti: «Ecco come si potranno recuperare i dati»

Potrebbe essere necessaria almeno una settimana di accurato e costoso lavoro sul computer portatile recuperato dagli inquirenti nell’abitazione del transessuale Brenda in via dei Due Ponti a Roma. Il pc si presentava immerso nell’acqua, forse sin dalla notte precedente il ritrovamento del cadavere. Adesso un nucleo di esperti tenterà di recuperare, attraverso tecniche sofisticate, la memoria della macchina, il cosiddetto «hard disc». Archiviati sottoforma digitale potrebbero esservi file molto importanti ai fini dell’inchiesta sul caso che ha coinvolto l’ex governatore del Lazio Marrazzo. In particolare, alcune amiche del trans trovato morto ieri mattina sostengono che Brenda potesse conservare nel suo computer personale i video degli incontri con i propri clienti. Oltre a quello in possesso dei carabinieri autori del ricatto a sfondo sessuale al presidente, ci sarebbe un secondo video che ritrarrebbe Marrazzo in compagnia di Brenda o di altri trans. Ma chi ha messo il pc sotto il getto d’acqua del lavandino sperando di distruggerne la memoria, ha commesso un errore.

Prima bisognerà attendere che si asciughi completamente, poi verrà «aperto» dai magistrati. L’esperimento avverrà tramite incidente probatorio perché si tratta di analisi irripetibili. Il pc verrà probabilmente messo in una «camera sterile» per essere scannerizzato.

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