Un esposto non è un’intimidazione

Un esposto non è un’intimidazione

A Perché la sentenza della Corte di Appello di Milano dichiara di rifarsi a una decisione della Cassazione per sostenere una tesi che è invece opposta a quella chiaramente indicata dalla Cassazione nella decisione stessa?
B È possibile che i giudici della Corte d’Appello abbiano citato la pronuncia della Cassazione senza averla letta nella sua integralità?
C Perché poi nel riportare la massima di questa decisione si omettono proprio le due righe che assieme ad altri passaggi non riportati avrebbero imposto, chiarendo in modo inequivocabile il pensiero della Cassazione, di dare ragione alla Fininvest?
D Se si tratta di un «errore», com’è possibile uno sbaglio di questa portata, e per di più in una sentenza firmata non da due soli giudici, come prevede la legge e accade nella prassi, ma addirittura da tutti i tre componenti del collegio?
E Perché la Cir, se era così convinta che la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 1991, che annullava il Lodo Mondadori dando torto a De Benedetti, fosse totalmente ingiusta, non la impugnò in Cassazione?
F E perché sempre la Cir, per «cancellare» quella sentenza, una volta condannato definitivamente uno dei tre membri del collegio, non chiese che venisse revocata, l’unica strada prevista dal codice di procedura civile per raggiungere questo obiettivo?
G Perché i commenti dei giuristi sulla sentenza di primo grado del giudice Mesiano sono in larghissima parte negativi? Perché su quella d’appello non si trova un solo commento positivo, ma soltanto silenzio o pareri critici?
H Perché la stessa Corte d’Appello giudica sbagliata l’impostazione scelta in primo grado per condannare la Fininvest e sposa un’altra linea rifacendosi a una pronuncia della Cassazione che in realtà, se letta integralmente, sostiene l’esatto contrario?
I Perché per giudicare su questa vicenda sia in primo sia in secondo grado non si è mai seguito un percorso lineare, ma si è fatto ricorso a interpretazioni

evolutive (la «perdita di chance») o forzature (sentenza «tamquam non esset», cioè come se non esistesse) delle norme?
J Perché sono necessarie interpretazioni ad personam quando si deve decidere su Silvio Berlusconi e le sue aziende?

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