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Allarme Oms, tornano aviaria e Sars

Decine di morti in Cina e in Arabia, e ora il contagio minaccia la Francia: già due ricoverati

Allarme Oms, tornano aviaria e Sars

Non abbiamo mai fatto allarmismo. E la nostra linea non cambia. Ma ormai anche l'Oms ha fatto scattare lo stato di allerta ed è un gioco da ragazzi volare a Dubai, anche solo per un viaggio di lavoro, e rischiare di beccarsi il nuovo coronavirus, parente della Sars, pericolosissimo per il nostro apparato respiratorio e molto spesso letale. Gli italiani ancora sono rimasti indenni da contagio, il ministero della Salute ce lo conferma con un comunicato rassicurante dove non consiglia misure di restrizioni ai viaggi internazionali, ma tra i nostri cugini francesi si sta scatenando la psicosi. In Francia sono stati registrati già due casi di infezione conclamata. L'«untore» è un uomo di 65 anni, infettato dal nuovo Coronavirus durante un viaggio con la famiglia a Dubai, negli Emirati Arabi. Il secondo, invece, ha condiviso la stanza in ospedale con il primo paziente e ora tutti e due sono in isolamento. Ma non è finita qui. In queste ore, tre nuovi casi sospetti (medici e infermieri entrati in contatto con il primo infettato) lasciano il Paese col fiato sospeso. Oggi ci saranno le conferme ufficiali dei controlli ma i sintomi sono classici: problemi respiratori e febbre.

Prima della Francia, dei contagi sono già stati segnalati in Gran Bretagna e in Germania, tutti in persone che avevano appena viaggiato in Medio Oriente o che erano state in contatto con loro. E in totale sono 30 i casi confermati nel mondo e notificati dall'Oms di cui 20 vittime soprattutto in Arabia Saudita. Il tasso di mortalità del Novel coronavirus, dunque, è pari al 67% , cioè poco inferiore a quello dell'ebola. E forse proprio per l'alto livello di pericolosità del nuovo arrivato, l'Oms ha invitato a tenere alta la guardia su questa grave infezione respiratoria. Per ora non si consigliano «particolari misure di protezione speciale nei punti di ingresso dei viaggiatori dall'estero e non raccomanda misure di restrizioni di viaggio o di commercio». Ma gli operatori sanitari sono invitati a essere «vigili sulle condizioni di salute dei viaggiatori di ritorno dalle zone colpite dal virus e tra coloro che sviluppino infezioni delle vie respiratorie inferiori».

Lo stato di allerta è alto ma non troppo, soprattutto perché non si hanno ancora le idee chiare sulla natura del virus. «Si tratta di un Coronavirus come la Sars ma è differente - dicono dall'Oms – e non sappiamo l'origine dell'infezione». L'ipotesi di partenza è quella di un virus che vive negli animali (forse i pipistrelli) ma ancora non si è arrivati ad un dato certo. Il nuovo Coronavirus - battezzato già dalla sua scoperta «Nuova Sars» perché capace di provocare come il più aggressivo predecessore di dieci anni fa gravi problemi polmonari - ha confermato la sua capacità di passare da persona a persona, ma solo con lo stretto contatto. Si è dimostrato particolarmente pericoloso quando riesce ad attaccare l'organismo, ma non ha mostrato una forte capacità di trasmissione. Non resta, quindi, che tenere gli occhi aperti visto che ciclicamente questi virus conquistano gli onori della cronaca per la loro altissima diffusione che li trasforma in pandemie.

Così se si viaggia in Medio Oriente bisogna usare le classiche precauzioni di igiene e pulizia. E questo vale anche per chi sbarca in Cina dove, invece, la «vecchia» aviaria, che non è mai stata debellata, si è risvegliata dal letargo e miete le sue vittime senza che il mondo se ne preoccupi. Eppure i morti sono diventati 30 e le persone colpite ben 130. Gli unici a capire che anche con l'aviaria non si scherza sono gli americani. E hanno sottoposto a test ben 50 viaggiatori provenienti dalle zone cinesi dove sono scoppiati i primi focolai.

Come dire: meglio un controllo in più oggi, che una pandemia domani.

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