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Anche i talebani parlano dello shutdown: "I leader succhiano il sangue al popolo"

Anche i talebani, che da anni combattono le truppe Usa in Afghanistan, si soffermano sullo stallo nell'approvazione del bilancio federale degli Stati Uniti

Anche i talebani parlano dello shutdown: "I leader succhiano il sangue al popolo"

Negli Stati Uniti in questi giorni non si fa che parlare dello shutdown (la mancata approvazione del bilancio federale da parte del Congresso), con Obama che è arrivato a paragonare l'eventuale crisi economica derivante dal default a una bomba atomica. A sorpresa lo shutdown finisce anche sul sito web dei talebani afghani. L’Emirato islamico dell’Afghanistan sottolinea come "siano paralizzate da una settimana molte istituzioni del governo a Washington" e come "non sia chiaro per quanto durerà questa fase di stallo". I talebani accusano i politici e i «leader americani» di "giocare con il destino" del "loro popolo" così "come fanno con i destini di altri popoli oppressi in nome dei loro interessi personali". Sul sito web dell’Emirato islamico dell’Afghanistan "i leader americani" vengono anche accusati di "succhiare il sangue del loro popolo, di accapparrarsi i guadagni della gente, ottenuti con grandi difficoltà, con il presto di tasse e con altre scuse" e al contempo di "spendere in modo esagerato lo stesso denaro per spargere il sangue di innocenti e oppressi".

"Un esempio - si legge - è quello che i politici americani hanno fatto in Iraq e stanno facendo in Afghanistan. La leadership americana dovrebbe smettere immediatamente di giocare con il destino dei popoli oppressi in nome dei propri interessi". Il denaro dei contribuenti, secondo i Talebani, dovrebbe essere "utilizzato per la pace e l’armonia" interna e per la "tranquillità degli altri popoli" e non essere "speso per uccidere, torturare e irritare i popoli oppressi, soprattutto quello afghano".

In un lungo post intitolato "L’Amministrazione Obama nel mezzo della rabbia del popolo oppresso!", i seguaci del mullah Omar - che appena due giorni fa hanno diffuso un comunicato per il 12° anno di invasione americana" dell’Afghanistan - sottolineano le perdite per gli Usa derivanti dalla chiusura di "musei nazionali, della Statua della Libertà e dei parchi nazionali, che ha "colpito il turismo".

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