Le forze governative stanno riprendendo il pieno controllo di Damasco, dopo una settimana di battaglia, giustiziando sul posto i ribelli, che a loro volta usano gli stessi metodi. Anche nella più grande città della Siria, Aleppo, i lealisti incalzano gli insorti che da 48 ore avevano occupato un intero quartiere. Ed i militari turchi schierano nuove batterie di missili terra-aria lungo la frontiera con la Siria.
La Farnesina ha lanciato l'ennesimo appello a tutti gli italiani presenti in Siria di lasciare il Paese. E non ci sono notizie dei due tecnici spariti mercoledì scorso, nel pieno della battaglia nella capitale, mentre cercavano di raggiungere l'aeroporto. Uno laziale a l'altro piemontese hanno deciso di partire prima di una colonna di altri 18 italiani rientrati sani e salvi in patria. Si sono mossi subito dopo l'alba, da soli e con un'esigua scorta. Dall'albergo dove alloggiavano, con gli altri italiani, all'aeroporto della capitale sono stati bloccati da un gruppo di uomini armati. Insorti, secondo fonti attendibili de il Giornale, che solo dopo si devono essere resi conto che avevano preso non dei collaboratori del regime, ma due lavoratori italiani che stavano fuggendo dal Paese. Adesso il problema è come farli tornare a casa in sicurezza.
Ieri si è continuato a combattere nei dintorni di Damasco. I ribelli hanno denunciato pesanti attacchi con gli elicotteri. Le forze di elite della 4° Brigata comandata da Maher al Assad, il fratello del presidente siriano, hanno espugnato il quartiere nord orientale di Barzeh. Secondo testimoni è scattata subito una rappresaglia con esecuzioni sommarie di almeno 5 guerriglieri. Gli insorti non sono da meno. Negli ultimi giorni hanno passato per le armi una ventina di militari ad un valico di frontiera con l'Iraq caduto nella loro mani.
Ad Aleppo i ribelli hanno attaccato una caserma dell'intelligence, ma i governativi li stanno scalzando con una controffensiva dal sobborgo di Salahuddin conquistato dagli insorti negli ultimi due giorni. Si combatte anche a Deir al Zor e sui valichi di confine con l'Iraq e la Turchia. Cinque sono in mano ai ribelli. «Prendere alcuni posti di frontiera non è un obiettivo strategico, ma dal punto di vista psicologico ha un forte impatto sulle forze di Assad» dichiara, il brigadiere Faiz Amr, dell'Esercito libero siriano. E forse la conquista di ieri di Bab al Salam a nord di Aleppo, lungo la frontiera turca, potrebbe servire a far giungere più rifornimenti agli insorti che cercano di occupare la grande città.
Forse per timore di bombardamenti aerei siriani sui valichi perduti o sulle vie clandestine di rifornimento dalla Turchia i militari di Ankara hanno dispiegato nuovi missili terra-aria. Un convoglio di 5 autotreni con a bordo le batterie della difesa aerea ha raggiunto Martin, capoluogo dell'omonima provincia dell'Anatolia sud orientale. Sulla frontiera con la Siria sono arrivati anche mezzi per trasporto truppe.
Oggi l'Italia chiederà alla riunione dei ministri degli Esteri a Bruxelles una posizione «più forte ed un ruolo di primo piano dell'Europa», dopo lo stallo dell'Onu. L'opposizione sostiene che già 50mila uomini su 280mila della forze armate di Damasco hanno disertato, ma non bastano.
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