Austria, gli islamici protestano e la Lego ritira un gioco

Dopo la protesta della comunità islamica austriaca l'azienda danese non produrrà più la scatola "Star Wars: il Palazzo di Jabba"

Austria, gli islamici protestano e la Lego ritira un gioco

Incredibile ma vero: censurato un gioco della Lego perché ritenuto blasfemo. L'azienda danese di giocattoli non produrrà più "Il palazzo di Jabba", la scatola di mattoncini della serie Guerre stellari, dopo le dure proteste della comunità musulmana austriaca. Il caso era scoppiato lo scorso gennaio, quando un padre, membro della Comunità turca austriaca, aveva sollevato la questione dopo aver trovato tra i giocattoli del figlio proprio la scatola incriminata: "Non è possibile che un gioco come questo stia nella stanza da letto di un bambino", aveva detto l'uomo, subito supportato dalla comunità islamica, lanciando una serie di accuse molto circostanziate: il Palazzo di Jabba era troppo simile a Santa Sofia, la basilica-moschea di Istanbul, la torre di avvistamento era "una copia del minareto della moschea di Jami al Kabir di Beirut". Infine, uno dei personaggi cattivi del gioco, Jabba the Hutt (l’alieno-lumaca della saga dello Jedi), viene descritto come un terrorista accanito fumatore di narghilè, che teneva segregata in catene nella torre-minareto la principessa Leia.

Con l'accusa di razzismo anti-islamico alla Lego era stato chiesto ufficialmente di ritirare il gioco dal mercato. L'azienda inizialmente ha provato a difendersi negando che vi fosse un legame tra il Palazzo di Jabba e la moschea di Santa Sofia di Istanbul. E ha chiarito poi che lo scopo del gioco era solo quello di ripercorrere la saga di Guerre stellari. A essere pignoli, tra l'altro, la somiglianza tra il palazzo del gioco e Santa Sofia è veramente molto vaga. La Lego però si è piegata. Probabilmente per evitare di subire ritorsioni a livello commerciale.

C'è un particolare da non sottovalutare: nel 1935 Mustafa Kemal Ataturk, fondatore della Repubblica di Turchia, trasformò l'edificio in un museo: tolti i tappeti per la prima volta, dopo secoli di oblio, riapparvero alla vista le decorazioni del pavimento di marmo. E fu rimosso anche l'intonaco bianco che copriva gli splendidi mosaici bizantini.

A Santa Sofia, in quella che era nata nel sesto secolo come una chiesa cattolica, e che poi si era trasformata in moschea (rimasta tale dal 1453 al 1935), l'uso come luogo di culto, moschea o chiesa, è severamente proibito. Possibile che i membri della comunità islamica austriaca non lo sapessero?

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