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Battaglia all'università del CairoLa polizia affronta gli studenti dei Fratelli Musulmani

È l'Università al-Azhar l'epicentro dei violenti scontri tra studenti militanti dei Fratelli Musulmani e forze di sicurezza che si sono protratti per la giornata di ieri dopo che venerdì, in scontri al Cairo organizzati dai sostenitori del deposto presidente islamista Mohamed Morsi, erano morte secondo dati forniti dal governo cinque persone e altre 265 erano state arrestate. Ieri mattina un giovane è rimasto ucciso ad al-Azhar, mentre un secondo sarebbe in fin di vita.
Causa delle violenze la decisione del governo di transizione, controllato dai militari che hanno nel sempre più popolare generale al-Sisi il loro uomo forte, di dichiarare organizzazione terroristica i Fratelli Musulmani, che erano stati i vincitori delle prime elezioni libere in Egitto tenute dopo la rimozione dal potere del raìs Hosni Mubarak all'inizio del 2011. Al-Sisi ha spinto una mossa dopo l'altra nell'angolo la «Fratellanza», che oggi è nuovamente fuorilegge dopo esserlo stata per oltre 60 anni in Egitto ed essere riaffiorata alla legalità per soli due anni. Il governo è al lavoro per far approvare una nuova legge che comporterà «la condanna al carcere a vita per chi finanzia il leader dell'organizzazione e 5 anni per chi lo promuove».
I Fratelli Musulmani, dal canto loro, fanno di tutto per mantenere alta la tensione. Il loro obiettivo è mettere in cattiva luce davanti al mondo governo e militari, in vista del referendum costituzionale programmato per il 14-15 gennaio. Si spiegano così gli scontri al Cairo e il sanguinosoattentato a Mansoura del 24 dicembre (15 morti e oltre 100 feriti), ma anche le violenze scatenate dagli studenti islamisti all'università di al-Azhar. Qui i giovani della «Fratellanza» hanno lanciato pietre e molotov contro la polizia, prendendo per qualche ora con la forza il controllo della facoltà di Economia, poi liberata dalle forze di sicurezza che ha fatto uso di lacrimogeni, e hanno definito queste loro azioni violente «campagna internazionale per i diritti umani».
Al-Sisi ha chiarito che non permetterà ai Fratelli Musulmani di tornare a confrontarsi con altri partiti in elezioni democratiche, e per questa sua chiara politica è oggetto di critiche da parte della sinistra occidentale, mentre gli Stati Uniti mantengono una posizione piuttosto ambigua. Quello che molti in Europa e negli Stati Uniti non comprendono è che la «Fratellanza», salitaal potere attraverso libere elezioni, stava progressivamente trasformando l'Egitto in uno Stato islamico, limitando le libertà dei cittadini. Di questo si sono tardivamente resi conto anche molti che avevano votato per loro in buona fede, credendo ai loro proclami di rispetto per la democrazia. Proprio per averglielo impedito usando la forza i militari godono oggi in Egitto di straordinaria popolarità.

«Al-Sisi ha fatto da noi ciò che nessuno ha avuto il coraggio di fare in Germania ai tempi di Hitler», disse la scorsa estate una donna della Cairo-bene, interpretando un sentimento diffuso che qui molti faticano a capire.

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