Tel AvivIl premier israeliano Benjamin Netanyahu ha terminato la sua visita negli Stati Uniti, dove ha parlato all'Assemblea generale dell'Onu. I giornali israeliani hanno scritto del mancato incontro - a lato dei lavori - tra il premier e il presidente americano, ricordando come il rapporto tra Barack Obama e Netanyahu sia spesso difficile, e come sia più caloroso invece quello del premier con il repubblicano Mitt Romney. Prima di ripartire per Israele, lo stesso giorno, a poche ore di distanza, Netanyahu ha ricevuto sia la telefonata del presidente sia quella del candidato repubblicano. Dal 2009, Netanyahu ha incontrato Barack Obama durante ogni visita negli Stati Uniti. Soltanto una volta il premier non si è seduto con il presidente: Obama era all'estero. La Casa Bianca ha giustificato il mancato incontro di questi giorni con differenze di programma. Difficile però dimenticare che le relazioni tra i due sono da tempo contrastate: prima ci sono stati i disaccordi sul congelamento delle costruzioni di insediamenti in Cisgiordania, poi quelli sul dossier nucleare iraniano.
Molto più «calorosa» - nelle parole del New York Times - sarebbe «l'amicizia» tra il premier israeliano e Mitt Romney. Nel 1976 hanno lavorato assieme, per una società di Boston. Sarebbero rimasti in contatto anche dopo e Netanyahu avrebbe dato consigli a Romney, quando era governatore del Massachusetts, su come rendere più leggere le istituzioni statali. Il quotidiano israeliano Haaretz - vicino alla sinistra - in un'inchiesta pubblicata ieri scrive come i due politici non condividano soltanto l'ideologia - sono entrambi conservatori - ma anche alcuni finanziatori. Il giornale pubblica i nomi di 19 ricchi ebrei americani che hanno donato soldi sia alla campagna delle primarie di Netanyahu, in gennaio, sia alla corsa di Romney. La stampa americana ha scritto ripetutamente della «calorosa» relazione tra i due e su come la campagna di Romney abbia visto nei freddi rapporti tra Netanyahu e Obama un'opportunità. Il candidato repubblicano ha infatti più volte criticato l'approccio dell'Amministrazione Obama a Israele: ha buttato la relazione tra America e Israele «sotto un autobus», ha detto, promettendo anche «di fare il contrario» se eletto a novembre. A fine luglio, Romney è stato accolto da Netanyahu in una visita a Gerusalemme, mirata a raccogliere il voto degli ebrei americani ma anche il sostegno dei finanziatori e a sottolineare come l'ultimo viaggio di Obama nel Paese risalga al 2008, in occasione della campagna elettorale. Da parte sua, Netanyahu ha cercato di ridimensionare la relazione con Romney: «Non ci conoscevamo così bene», ha spiegato. Pochi giorni fa, il premier è dovuto intervenire dalle colonne del giornale Israel HaYom per contrastare le accuse in arrivo da detrattori e commentatori locali su una sua diretta interferenza nella campagna elettorale americana a causa delle critiche all'Amministrazione Obama sul nucleare iraniano. Per settimane, Netanyahu ha fatto pressioni su Washington affinché l'America imponesse «linee rosse» all'Iran atomico. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton, in risposta, ha dichiarato che Washington non imporrà una scadenza ai negoziati con Teheran. Le nazioni che falliscono nel tracciare linee rosse sull'Iran non hanno «il diritto morale» di prevenire Israele dal lanciare un'operazione militare, ha detto Netanyahu.
L'editorialista del Time, Joe Klein, ha parlato di «tentativo senza precedenti» di un alleato d'influenzare la campagna. Un deputato democratico della California, Barbara Boxer, ha scritto una lettera al premier esprimendo «profondo disaccordo» su parole «che mettono in dubbio il sostegno» americano per Israele.
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