Carlà e Valérie, dame rivali che giocano a nascondino

Dicono di non sapere nulla di politica e di non voler fare campagna elettorale. Ma il ruolo di donne-ombra è studiato per aiutare i mariti in lotta per l’Eliseo

Carlà e Valérie, dame rivali che giocano a nascondino

Sono belle, rampanti, realizzate madri in carriera. Il potere non le spaventa, non le cambia. Per loro, vivere all’Eliseo non significa essere diverse dagli altri. L’elezione presidenziale francese si avvicina e la gara si fa un po’ più all’americana. Nel mondo della politica francese, il passato non ha mai riservato spazio e grande curiosità alle potenziali First Lady. Ma quest’anno, la bella e chiacchierata Carla Bruni si trova sulle pagine di giornali e riviste confrontata e paragonata alla tosta Valérie Trierweiler, giornalista compagna di François Hollande.
«Duello tra dame», titola la rivista Nouvel Observateur, spiegando come la variabile femminile, un tempo ignorata nelle elezioni presidenziali, sia entrata nel cuore della campagna. E c’è chi si chiede se, facendo finta di niente e dichiarandosi ignoranti di politica, le due dame non siano in realtà intente a farla, la politica.
«Restare al proprio posto è molto importante soprattutto quando questo posto è invisibile», dice Carla in un’intervista al Nouvel Observateur. «Sono una spettatrice coinvolta. Mi piace rimanere dietro le quinte a guardare quello che accade», spiega a Libération Valérie, criticata per avere un ufficio nel quartier generale della campagna di Hollande.
Messe a confronto, le interviste alle compagne dei candidati all’Eliseo raccontano due donne che insistono sulla loro estraneità al mondo della politica. Ma Carla e Valérie appaiono a molti, quasi tutti gli eventi della campagna elettorale dei loro uomini. I mass media hanno immortalato il «primo bacio» tra Hollande e Trierweiler il giorno della vittoria del socialista alle primarie del suo partito e gli innumerevoli abbracci e momenti familiari tra Sarkozy e Bruni al termine di discorsi elettorali o trasmissioni televisive. Le signore però negano di svolgere ruoli politici. Paris Match ha definito Trierweiler l’«atout charme» di Hollande. Eppure la giornalista politica, che conosce bene il mondo dei partiti e delle cancellerie di Francia, dice di non essere «una donna politica. Non è il mio ruolo e non ne sarei capace. Quello di giornalista è un altro mestiere». Le sue apparizioni in campagna elettorale sono da lei classificate come pure invasioni di campo di una fidanzata dedita e apprensiva: «Controllo che il suo cappotto e la sua sciarpa non siano troppo lontani, gestisco il tè e le pasticche per la gola: piccole cose per mettere un po’ di dolcezza in questa difficile campagna».
E Carla segue il marito in campagna elettorale per un solo motivo: «Altrimenti non lo vedo più. Dal punto di vista della tenerezza e dell’amore, è importante». Anche lei però preferisce stare lontana dalla politica. Divide il suo tempo tra concerti di Bob Dylan e tribune elettorali, pensa al suo prossimo album e non alle strategie per la rielezione del marito. «Non ho le competenze per giudicare tutto questo. Spesso quando Nicolas mi dice: “Annuncerò questo, che ne pensi?”, sono incapace di dargli un consiglio. Ha proprio trovato l’animale più apolitico che ci sia”».
E se si aprissero per la prima o la seconda volta le porte dell’Eliseo, le signore non si monterebbero la testa. Per Valérie, la normalità sarà difesa dalla sua esperienza lavorativa: «Il mio lavoro da giornalista mi protegge. L’Eliseo? Ci andavo già sotto Mitterrand. I miei reportage mi hanno già portato alla Casa Bianca, al Cremlino, e anche al palazzo imperiale di Tokio. (...) Le sirene del potere non mi affascinano».
Per Carla, tra le passerelle, i palchi, l’Eliseo e qualche trucco fantasioso, la vita sotto i riflettori ormai è normalità. «Se non avessi avuto l’esperienza dell’esposizione mediatica, sarebbe stato più duro. La notorietà non mi pesa.
Poi mi travesto, nel senso proprio e figurato. Con una parrucca nessuno mi riconosce in metropolitana».


Valérie rassicura i francesi, quelli che ogni giorno passano due ore in metro per arrivare in ufficio, quelli con quattro figli e 60 metri quadrati in banlieue, gli altri con il mutuo e le camicie da portare in lavanderia e il bollo dell’automobile scaduto: «Se François sarà eletto, sarò l’esperta di vita quotidiana, voglio che la nostra vita resti quella di tutti i francesi».
Carla, tirando fuori le sue radici italiane, qualche settimana fa ha dichiarato che, nonostante l’Eliseo «siamo persone modeste, anche noi mangiamo la pasta».

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