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Caso Marò, il governo indiano attacca la Ferrari

Il governo indiano critica la decisione della scuderia di correre il Gp d’India esponendo la bandiera della Marina, a sostegno dei marò: "Scelta non in linea con lo spirito sportivo"

Per il governo indiano non si può nemmeno manifestare. Non solo. Per il governo indiano non si può nemmeno apporre una bandiera, quella della Marina militare italiana, su una monoposto. La decisione della Ferrari, dopo le svariate migliaia di mail che i lettori del Giornale.it hanno inviato a Maranello, ha mandato su tutte le furie Nuova Delhi. Il ministero degli Esteri ha, infatti, criticato duramente il segno di solidarietà delle Rosse ai marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che, dallo scorso febbraio, sono illegalmente detenuti in India. "Utilizzare eventi sportivi per promuovere cause che non sono di natura sportiva - ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Syed Akbaruddin - significa non essere coerenti con lo spirito sportivo".

"Con la bandiera sulle nostre vetture vogliamo solo dare un piccolo contributo, con grande rispetto delle autorità indiane, perchè queste possano dialogare con quelle italiane per trovare una soluzione", ha spiegato il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo rivendicando l'impegno di sensibilizzare il governo di Nuova Delhi sulle sorti dei due marò detenuti illegalmente da oltre un anno dalle autorità indiane. Un impegno che la scuderia di Maranello si è fatta carico dopo che i lettori del Giornale.it hanno inviato migliaia di mail per chiedere un impegno concreto al Gran Premio d'India che si correrà il prossimo fine settimana. "Chi difende la pace all’estero non merita solo rispetto ma una straordinaria ammirazione", ha detto ancora Montezemolo ricordando il suo passato da studente al collegio navale Morosini. A margine della presentazione della mostra al Museo Ferrari dedicata alle vetture di Sergio Pinfarina, Montezemolo ha ricordato anche l’alpino Tiziano Chierotti caduto ieri in Afghanistan: "Dobbiamo guardare alle moltissime eccellenze del nostro Paese molti dei quali sono oggi lontani a difendere la pace.

Questi sono ragazzi che non meritano solo rispetto, ma anche una straordinaria ammirazione".

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