Il caso Sentimenti molto virtuali Romney perde gli «amici» di Facebook: beato lui

Giungere a un passo dalla poltrona più importante del mondo e poi sparire. Letteralmente. Sembra essere questo il destino di Mitt Romney, il candidato repubblicano che ha conteso a Barack Obama la Casa Bianca. Fino alla notte fonda del 6 novembre: poi un breve (e non preparato, perché lui era certo di vincere) discorso ai suoi sostenitori per ringraziare e augurare buon lavoro al suo avversario e più nulla. Sparito.
Ora, in ambito strettamente politico una parabola di questo genere non è frequente ma ci può stare, e ha le sue spiegazioni che possono meritare un approfondimento: calo di tensione, ingratitudine umana, rivelazione del fatto che probabilmente Romney veniva percepito da molti simpatizzanti repubblicani come un tappabuchi di lusso più che come un leader. Ma in un mondo come il nostro implacabilmente interconnesso a internet, dove ogni starnuto viene subito registrato, filmato, postato e commentato da qualche maniaco, non ci si può limitare a prendere atto del fatto che una sconfitta politica implica un momento di riflessione prima di ripartire verso diversi obiettivi, per non ricordare l'umanissima necessità che un signore di 65 anni ha di tirare il fiato dopo una campagna elettorale durata oltre un anno. No: bisogna registrare le impietose ricadute sui social network. Che per Mitt Romney, come riferisce altrettanto impietosamente il Washington Post, sono piuttosto impressionanti.
Scrive il giornale della capitale americana che la pagina Facebook di Romney rivela un calo verticale di «amici» (o presunti tali, vista la rapidità con cui stanno abbandonando la nave mortalmente silurata dal nemico). Il 9 novembre per esempio - tre giorni dopo la sconfitta e dopo l'ultimo messaggio a firma del titolare, un pressante invito agli «amici» a recarsi in massa alle urne - tra le 10 e le 11 del mattino sono stati 593 (su un totale di circa 12 milioni) i sostenitori che si sono cancellati: dieci al minuto. Un ritmo che fa riflettere sulle reali motivazioni di certi amici virtuali, che è meglio perdere prima di avere l'opportunità di conoscere realmente.


La giornalista del Washington Post osserva allarmata che Mitt Romney corre il rischio, se non si darà da fare come fecero dopo la sconfitta del 2008 i suoi compagni di partito John McCain e Sarah Palin, di «scivolare nell'oscurità di internet». Se, come ipotizza il Boston Globe, Romney si allontanerà dalla politica per fare il nonno a tempo pieno questa diventerà una prospettiva realistica: beato lui.

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