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il commento 2 Quando le ereditiere s'inguaiano per amore

il commento 2 Quando le ereditiere s'inguaiano per amore

«Mi fidavo di mio marito» aveva perfino detto una volta, durante uno dei tanti, interminabili incontri con gli inquirenti, l'infanta di Spagna, Cristina. Finita sotto processo proprio per l'ingordigia e l'opacità di quel marito ex olimpico di pallamano. È pazzesco come di norma si fatichi a trovare donne disposte a dire che si fidano del proprio marito e poi si finisca col trovarle proprio accanto agli uomini peggiori: tangentisti, fedifraghi, truffatori, assassini. Un po' come la figlia dell'ereditiera monegasca Hélène Pastor, vittima di un agguato a Nizza il 6 maggio scorso e morta in ospedale circa due settimane dopo. La svolta nelle indagini ha portato a venti fermi, fra cui la figlia. E il genero... Donne che amano troppo. Dei delinquenti, a volte anche degli imbecilli. Che secondo alcuni sono poi gli unici uomini che una donna finisce con l'amare. Chissà perché e chissà come. Chissà perché ci si abbandona sempre al peggio, con gli occhi bendati, il naso turato, la mente spenta. «Il mio uomo», con questa certezza sembra procedano nella vita certe donne. Grate, inorgoglite dal fatto di averne uno, non importa come, non importa, evidentemente, a quali condizioni. Chissà perché. Chissà chi si credono di non essere certe donne, o forse tutte le donne, per condannarsi a qualcuno che finisce col farle condannare, col farle valere la metà.
In nome dell'amore... Siamo le uniche ad agire sotto questo dettame, anche a costo di apparire, di diventare idiote. Come la figlia della Pastor, come l'Infanta di Spagna. Calate nella vita con le migliori carte, obnubilate da uomini sbagliati che si sono arrampicati sul loro status e sulle loro fortune, non accontendandosi né dell'uno, né delle altre. Sono pericolosi quelli che ritengono di dover essere risarciti: odiano tutti, non gli basta nulla, prendono di mira i «fortunati» (o quelli che ritengono tali), e fanno scontare a loro tutte le ingiustizie ataviche. Non sono mogli, quelle di certi mariti, sono gli ostaggi di Misery non deve morire.

Con la Sindrome di Stoccolma, però.

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