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Corea del Nord: giustiziato per tradimento lo zio di Kim Jong-un

Jang Song-Thaek è stato condannato per aver tentato un colpo di Stato. Mentore del leader, era considerato l'uomo di Pechino. Che conseguenze può avere questa purga?

Corea del Nord: giustiziato per tradimento lo zio di Kim Jong-un

Purga effettuata. Lo zio del leader della Corea del Nord Kim Jong Un è stato giustiziato. Jang Song Thaek (67 anni) era vice presidente della Commissione di difesa nazionale, l'organo più importante del Paese accanto dopo il leader di Pyongyang. La notizia viene comunicata dall’agenzia di stampa nordcoreana KCNA.

Jang è stato condannato da un tribunale militare con l’accusa di aver tramato per rovesciare il governo. La corte l'ha definito "un traditore della nazione per tutti i tempi", responsabile di "atti controrivoluzionari". Pena capitale eseguita anche per i suoi due collaboratori più stretti. Con questo repulisti il dittatore coreano cerca di rafforza il suo potere, senza badare troppo al sottile: lo zio, infatti, era suo mentore ed eminenza grigia del regime. Chi è che, a questo punto, che affiancherà (consiglierà) il trentenne Kim Jong Un? La stampa nordcoreana oggi addita Jang come un orribile criminale, reo di "aver tentato di rovesciare lo Stato con ogni sorta di intrighi e di metodi spregevoli, con l’ambizione frenetica di impadronirsi del potere supremo del nostro partito e del nostro Stato". Tra le accuse c'è anche quella di aver "venduto ad un Paese straniero (la Cina?) la terra della zona economica di Rason per un periodo di 50 anni".

Intanto sale l’attenzione in Corea del Sud: a Seul si temono possibili provocazioni di Pyongyang. E non è da escludere che qualcuno, tra i generali nordcoreani, tenti di mettersi in mostra con qualche iniziativa di particolare effetto, volta a dimostrare piena lealtà al leader. La Cina non ha finora commentato la notizia dell’esecuzione di Jang Song-taek, considerato "l’uomo di Pechino" nel gruppo dirigente di Pyongyang (Jang aveva visitato più volte la Cina e nel 2012 ed era stato ricevuto con tutti gli onori dall’allora presidente Hu Jintao). Finora l’unico commento di Pechino risale alla settimana scorsa, quando l’uomo era stato arrestato: Hong Lei, un portavoce del ministero degli Esteri, aveva detto che si tratta di un "affare interno" della Corea del Nord.

Anche il Giappone segue con grande attenzione gli scenari possibili in Corea del Nord: "Monitoriamo la situazione con i canali di comunicazione aperti con gli altri paesi, raccogliendo tutte le informazioni rilevanti", ha detto Yoshihide Suga, portavoce del governo, che ha menzionato la cooperazione con Usa e Corea del Sud su cambiamenti nella struttura di potere" di Pyongyang. Per gli Stati Uniti l’esecuzione è "un altro esempio dell’estrema brutalità del regime nordcoreano".

Al di là delle accuse di tradimento, l'esecuzione di Jang, leader di una fazione favorevole a riforme economiche sul modello cinese, secondo gli osservatori indica che nel gruppo dirigente nordcoreano è in corso una crisi che potrebbe avere altri drammatici sviluppi.

E non sono da escludere nuove "provocazioni" sul fronte esterno.

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