I terroristi nel mondo hanno incassato, negli ultimi otto anni, 120 milioni di dollari in riscatti. Solo Al Qaida nel Maghreb coinvolta nel rapimento di decine di ostaggi, compresi quattro italiani, ha ottenuto dai sequestri «decine di milioni di dollari». Non lo rivelano le solite fonti anonime, ma il sottosegretario al Tesoro americano, David Cohen. Forte della delega per il terrorismo e l'intelligence finanziaria ha puntato il dito contro i paesi europei, che pagano riscatti ai tagliagole islamici per liberare gli ostaggi.
«Nel 2011, Al Qaida nel Maghreb, ha pianificato di rapire sopratutto europei, piuttosto che americani convinti che i loro governi pagheranno i riscatti a differenza degli Stati Uniti» ha rivelato Cohen, venerdì a Londra, durante una conferenza al think tank di Chatham House.
Non c'è solo l'emergenza riscatti, ma pure quella del pizzo del terrore. «Un affiliato di al Qaida voleva estorcere milioni di euro all'anno ad una società europea promettendo in cambio di non colpire i suoi interessi in Africa».
Gli Stati Uniti vogliono «lavorare assieme» agli europei per mettere fine ai pagamenti per la liberazione degli ostaggi rapiti da Al Qaida. Questo il senso degli incontri romani avuti da Cohen al ministero del Tesoro e degli Esteri mercoledì scorso.
Ufficialmente l'Italia non paga per il rilascio degli ostaggi, ma tutti sanno che è un segreto di Pulcinella. Lo stesso Cohen ha dichiarato nella sua precedente tappa a Berlino che il valore dei riscatti è salito costantemente fino a raggiungere i 5,4 milioni di dollari in media per ostaggio.
L'ultima italiana rapita dai terroristi della guerra santa nell'area del Maghreb, nell'ottobre 2011, è stata la cooperante Rossella Urru, poi rilasciata lo scorso luglio. L'8 marzo, invece, ha perso la vita durante un fallito blitz dei corpi speciali inglesi, Franco Lamolinara rapito nel nord ovest della Nigeria dove operano i terroristi di Boko Haram. I coniugi Cicala sono stati fra i primi italiani ad essere catturati da Al Qaida nel Maghreb nel 2009. Dopo alcuni drammatiche foto e video li hanno liberati nell'aprile 2010.
L'ultimo ostaggio italiano rapito dagli estremisti islamici è Giovanni Lo Porto sequestrato il 19 gennaio in Pakistan. In mano alle cellule talebane nelle zone tribali fra il Pakistan e l'Afghanistan, non tornerà a casa grazie all'opera dello Spirito Santo. Per liberare un ostaggio in questi condizioni si paga, si spara o si fa uno scambio di prigionieri. Per la liberazione di Daniele Mastrogiacono, inviato di Repubblica rapito in Afghanistan, erano stati liberati cinque capoccia talebani.
Diversi Paesi europei, compresa l'Italia, sono propensi a pagare. Sergie Daniel, nel suo libro «Al Qaida nel Maghreb, l'industria dei rapimenti», ha elencato le cifre. La Spagna avrebbe speso negli ultimi anni dagli 8 ai 9 milioni di euro, l'Austria fra i 2,5 ed i 3,5, la Germania 5 e l'Italia «solo» 3 milioni per il rilascio degli ostaggi.
La conferma arriva dagli americani, che hanno mandato Cohen in Germania, Francia e a Roma per discutere di questo problema e della sanzioni all'Iran e alla Siria. Il sottosegretario Usa propone, se alla fine si paga, di tracciare i flussi finanziari dei riscatti in maniera coordinata fra i vari paesi. L'obiettivo è incastrare e catturare i rapitori e la loro rete dopo la liberazione dei sequestrati.
Secondo Cohen le costole di Al Qaida più attive nei rapimenti sono quelle africane e yemenite, che hanno nelle loro mani ancora 11 ostaggi. Le cellule del Maghreb hanno chiesto 86 milioni di euro per liberare 4 francesi catturati in Niger nel 2010.
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