Eccola, tornata sul palcoscenico come piace a lei, e a battere su un tasto col quale vince facile: i modi cortesi. Lei che è piemontese d'origine ma ormai francese per convinzione, successo e marito, Carla Bruni che nel volto, nei gesti, nel modo di camminare, in quelle ballerine elegantissime, nelle borsine tenute con grazia, nei sorrisetti ininterpretabili, è tutta uno sbattere in faccia al mondo quanto è stata educata bene, anzi benissimo; ora lei, in una sua canzone prende di mira il presidente Hollande, colui che ha soffiato il posto al suo Nicolas, perché sarebbe «un pinguino» (immagine di per sé già abbastanza eloquente) oltretutto che «non ha certo maniere da castellano». Un maleducato, insomma.
Carlà sa che l'avversario non ha chance: che cosa può replicare, un pinguino, a una maestra di apparenze? Di Hollande ormai è uso, dalle parti della famiglia Bruni-Sarkozy dire che sia mal élevé dal giorno del passaggio dei poteri. Il 15 maggio scorso la ormai ex coppia presidenziale lascia l'Eliseo, Sarkozy tiene la mano di Carlà la quale oltretutto sceglie un low profile sconcertante (tailleur senza perché e maglietta bianca, entusiasmo da metropolitana stracolma di primo mattino) e che trasversalmente è quasi una carineria verso i nuovi arrivati (Valérie Trierweiler pare quasi elegante, rispetto a lei), e Hollande non si prende nemmeno la briga di accompagnarli all'auto che li attende ai piedi dello scalone, per portarli lontano dalla politica. Una scortesia che i media e l'entourage di Sarkò hanno notato subito, anche perché quella di accompagnare il presidente uscente alla macchina e aspettare che parta è un'abitudine consolidata negli ultimi anni: lo aveva fatto Sarkozy con Chirac, ancora prima Chirac con Mitterrand. Non lo ha fatto Hollande con Sarkozy e ora parlare di vendetta è facile: «Assume quell'aria da reuccio ma lo conosco, il pinguino non ha certo maniere da castellano» canta Carlà in Le Pingouin, una delle canzoni del suo nuovo album che esce il primo aprile. Ha atteso la fine del mandato presidenziale per riprendere la sua carriera di cantante, prima silenzio (musicalmente parlando): e si capisce perché, visto che paroline gentili riserva agli avversari politici del marito.
Lei nega, ovviamente. Spiega che la sua è una canzone contro i maleducati, gente che non comprende, perché «la cortesia è una grazia, non trovo scuse per chi non ne ha». Ma il testo è chiaro: «Né brutto, né bello, il pinguino, né alto, né basso, né freddo, né caldo, il pinguino, né sì, né no» e guarda caso uno dei soprannomi di Hollande, oltre a Flamby (un budino) è «Monsieur ni oui ni non». E poi ancora «hai un'aria tutta sola nel tuo giardino» dice Carlà al pinguino, e Oltralpe tutti si sono immaginati Hollande a mezzo busto nella foto ufficiale nel giardino dell'Eliseo.
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