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E Sua Maestà lancia Carlo sul trono d'Inghilterra il retroscena »

Pragmatismo, visione e anche un pizzico di marketing, come nella migliore tradizione della monarchia britannica, non a caso ribattezzata «The firm», la ditta. Ci sono tutti questi ingredienti nella decisione di Elisabetta II di presentarsi ieri con il figlio, il principe Carlo - prima volta in 17 anni - al Queen's Speech, la più tradizionale e pomposa cerimonia parlamentare che sopravvive all'era moderna.
Pragmatismo: Sua Maestà sa che, nonostante la buona forma fisica, l'età avanza (gli anni sono 87), i malori incombono (prova ne è la gastroenterite che l'ha costretta ad annullare il viaggio in Italia a marzo) e difendere il primato di monarca globetrotter (la più girovaga anche perché il regno spazia dalla Giamaica alla Papua Nuova Guinea) comincia a diventare impresa ardua. E infatti per la prima volta sarà Carlo a rappresentarla al prossimo vertice del Commonwealth.
Visione: nonostante le speculazioni su un possibile salto nella linea di successione, a danno del figlio Carlo e a favore del più amato nipote William, è probabile che Elisabetta II rimanga ligia alla tradizione. Carlo è l'erede al trono ed è meglio che cominci a entrare nel ruolo e ad assumersi impegni e responsabilità. Specie se la regina si troverà costretta a un'abdicazione che ha finora escluso ma che potrebbe diventare un'opzione dopo il fresco precedente in Olanda.
Marketing: i sondaggi da sempre danno Carlo dietro a William quanto a popolarità.

Allora meglio che i sudditi si abituino subito all'idea del prossimo re e della consorte Camilla che lui cominci a fare le prove generali.

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