Potenti e strategiche, occupano posizioni privilegiate e di comando nei settori che contano di più, per questo sono tanto temute dall'opposizione e benedette dalla Casa Bianca. Organizzano cene per raccogliere fondi, usano contatti internazionali per pubblicizzare all'estero l'immagine del loro presidente come fanno Vera Wang e Anne Wintour; usano ogni spazio pubblico per ricordare di votare per lui come insegnano Scarlett Johannson e Sharon Stone; non perdono occasione per girare video propagandistici a sostegno del loro idolo, come ha fatto Eva Longoria in un efficace video rivolto alla comunità ispanica. Il video parte e lei racconta la sua storia, truccatissima e bellissima, sorridente e sicura di sè, racconta quanto rispetto e ammirazione c'è in lei per il presidente, per le sue idee, per «l'american dream» che lui incarna alla perfezione, le sue battaglie per l'istruzione, la sanità, gli immigrati. La chiusa, ad effetto la fa in spagnolo, «estamos unidos», e quasi si commuove.
Tra le iniziative più riuscite c'è la cena organizzata da Sarah Jessica Parker il mese scorso, nel suo splendido appartamento di Manhattan per raccogliere fondi. Ed è stato un successone: 40mila dollari è riuscita a racimolare l'ex ragazza di Sex and the City. Ospiti d'onore il Presidente e first lady Michelle, accompagnati dall'immancabile Wintour. Cinema e moda. Le donne di Obama sono ai suoi piedi.
Come nel corso della campagna presidenziale del 2008. Anche quest'anno gli eventi glamour a favore dell'inquilino della Casa Bianca vedono in prima fila Anne Wintour, la potente direttrice di «Vogue» che nel 2006 ispirò David Frankel per il film «Il diavolo veste Prada». Nei giorni scorsi la giornalista britannica ha promosso a Chicago, assieme all'ex modella Iman attuale consorte di David Bowie, una kermesse a pagamento per la maratona elettorale del Presidente. Costo della serata mille dollari a testa.
A fine febbraio fu proprio quest'ultima a presiedere, assieme a Scarlett Johansson, il lancio della boutique virtuale «Runway to Win», dedicata alla commercializzazione di accessori creati da big della moda Usa, il cui ricavato è stato devoluto per la campagna dell'ex senatore dell'Illinois. Un attivismo, quello della direttrice di Vogue, che non sta passando inosservato: secondo il popolare settimanale britannico «The Observer», se a novembre l'inquilino della Casa Bianca riuscirà ad assicurarsi un secondo mandato, Anne Wintour lascerà la rivista che dirige dal 1988 per occupare il posto di ambasciatore degli Stati Uniti a Londra. Negli ultimi anni gli ambasciatori americani a Londra si sono passati il testimone ad ogni mandato presidenziale: una ricompensa di fatto, anche se mai ammessa ufficialmente, per l'appoggio accordato nella campagna. L'ex presidente George W. Bush aveva inviato nella capitale britannica i tycoon William Farish, un texano, e il californiano Robert Tuttle. L'attuale ambasciatore è Louis Sussman, 74 anni, ex vice-presidente di Citigroup soprannominato «aspirapolvere» per la sua abilità di rastrellare finanziamenti.
Intanto gli strateghi della campagna elettorale dello sfidante Mitt Romney, non perdono occasione per ironizzare sul legame instauratosi tra Obama e i big dell'alta moda: con uno spot televisivo stanno cercando di far passare l'immagine di un presidente sempre più distante dai problemi dell'uomo della strada.
Ma bisogna battere il chiodo, andare avanti, non lasciare spazio allo sfidante, lo sanno bene Scarlett Joahsson e Sharon Stone che ogni volta che compaiono in video, non perdono occasione di ricordare da che parte stanno.
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