Egitto e Hamas cantano vittoria ma c'è solo una «pre-tregua»

Egitto e Hamas cantano vittoria ma c'è solo una «pre-tregua»

Una «pre-tregua» in attesa di verificare che il lancio di razzi palestinesi sulle città israeliane sia effettivamente cessato da almeno 24 ore, proprio nelle ore in cui il segretario di Stato Usa Hillary Clinton arriva in Israele. È questo l'annuncio arrivato dal Cairo, dopo che il presidente egiziano Mohammed Morsi, nelle ore precedenti, aveva espresso la certezza che «l'aggressione israeliana» sarebbe finita «entro sera». Fonti vicine allo stesso Morsi, giunta poi in effetti la serata, hanno fatto marcia indietro, sostenendo che il presidente avesse solo espresso «una speranza». Le cose stanno appunto diversamente: la mediazione tra le due parti ha fatto molti progressi, gli israeliani hanno poca voglia di lanciarsi in un'azione militare di terra a Gaza cui tutto il mondo chiede loro di rinunciare, ma resta il fatto che l'obiettivo di Netanyahu è quello di garantire sicurezza ai suoi compatrioti. Per questo, usando un'efficace immagine, ha detto di porgere una mano per la pace a Hamas, ma stringendo nell'altra una spada.
Quell'obiettivo è certamente meno lontano rispetto a una settimana fa, quando gli attacchi aerei sulla Striscia - costati fin qui un centinaio di morti ai palestinesi - sono cominciati, ma i missili sparati dai miliziani di Hamas e da quelli della Jihad islamica (che ieri ha riconosciuto apertamente di essere armata dall'Iran) continuano a cadere in Israele e fanno male: ieri un soldato è morto dopo essere stato colpito da schegge di un proiettile di mortaio in un kibbutz non molto distante dalla Striscia di Gaza, e un civile è rimasto ucciso in circostanze simili in una località poco distante portando a cinque il totale delle vittime israeliane. Un razzo ha inoltre centrato un palazzo a Rishon Lezion, una località a sud di Tel Aviv, ferendo due persone. Tra gli edifici colpiti, anche quello che ospita la sede dell'agenzia France Presse. Logico che in questo contesto Netanyahu pretenda lo stop assoluto e prolungato degli attacchi. Il solo annuncio di un «periodo di calma» che dovrebbe precedere una tregua vera e propria fa sì che i leader di Hamas cantino vittoria. Dopo aver sostenuto che Israele avrebbe «congelato» l'invasione della Striscia perché consapevole dei gravi rischi cui i suoi militari sarebbero andati incontro, ieri sera lo slogan era «abbiamo inflitto una lezione indimenticabile al nemico sionista». Nella ricerca di una soluzione al conflitto in corso a Gaza «l'obiettivo - ha detto la Clinton dopo il colloquio con il premier israeliano - deve essere una soluzione duratura che promuova la stabilità regionale».


Ancora ieri sera comunque la guerra di parole non si era sostituita a quella reale: anzi, gli israeliani stavano intensificando i bombardamenti, usando anche carri armati e navi. E a Gaza, in attesa che Israele ponga fine agli attacchi, è l'ora della giustizia sommaria per «collaboratori» e spie. Solo ieri ne sono stati messi a morte sei.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica