Mondo

Egitto, tre giornalisti di Al Jazeera condannati a sette anni di carcere

Sono accusati di avere aiutato i Fratelli Musulmani e pubblicato notizie false

Egitto, tre giornalisti di Al Jazeera condannati a sette anni di carcere

Si è concluso oggi al Cairo il processo di primo grado in cui erano imputati tre giornalisti della televisione pan-araba Al Jazeera, accusati di avera aiutato i Fratelli Musulmani, attentando alla sicurezza nazionale, e di avere diffuso notizie false.

Il corrispondente australiano Peter Greste e il giornalista canadese-egiziano Mohammed Fahmy sono stati condannati a scontare sette anni di carcere. La stessa pena anche per il producer Baher Mohammed, condannato ad altri tre anni per ulteriori accuse.

Il tribunale del Cairo ha deciso altre condanne a dieci anni, in absentia, per altrettanti giornalisti stranieri: due britannici che lavoravano per Al Jazeera e un freelance belga, che aveva incontrato Mohammed Fahmy.

Greste, Fahmy e Mohammed furono arrestato a dicembre 2013, poco giorni dopo la decisione delle autorità egiziane di dichiarare i Fratelli Musulmani un'organizzazione terroristica. Al Jazeera viene considerata dall'Egitto uno strumento di politica estera del Qatar, che a differenza degli altri Paesi del Golfo è vicino al gruppo politico-religioso.

Un osservatore di Amnesty International ha ricordato che il processo ai tre giornalisti si è trascinato in modo tutt'altro che limpido per dodici udienze, senza che venisse presentata una prova concreta della loro colpevolezza.

L'ambasciatore britannico James Watt ha condannato la decisione presa dal tribunale, ricordando l'importanza della libertà d'espressione. Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, congratulandosi con Sisi dopo le elezioni, aveva già chiesto all'Egitto di impegnarsi perché i diritti costituzionali non rimangano solo sulla carta.

Il premier australiano Tony Abbott, nei giorni scorsi in Egitto, aveva parlato con il presidente Sisi della situazione dei tre giornalisti, sostenendo l'innocenza di Peter Greste, suo concittadino. Il fratello del giornalista, Andrew, ha annunciato che sarà presentato ricorso contro la sentenza.

Una dura condanna è arrivata anche da Reporter senza frontiere.

"Non contente di criminalizzare ogni forma di opposizione - ha scritto il segretario generale, Christophe Deloire - le autorità egiziane vogliono mettere il bavaglio ai media che tentano di offrire un punto di vista diverso da quello del governo".

Commenti