Hillary lascia Obama: nonna o candidata nel 2016?

Ma sì, Obama è stato rieletto. Però quello che ci si chiede, in questo momento è: che cosa farà Hillary? La Clinton ha già annunciato da tempo che avrebbe lasciato il posto da segretario di stato a gennaio. E questo benché abbia difeso Obama sull'attentato di Bengasi, prendendosi tutta la responsabilità: del resto Hillary è una abituata a prendere in mano la situazione.
La signora però ribadisce la sua intenzione di ritirarsi a «vita civile» e continua a respingere le illazioni sulla sua candidatura alla presidenza nel 2016: speculazioni, certo, ma del tutto naturali considerati, appunto, la presa di posizione sull'attacco in Libia e l'impegno del marito Bill per la campagna di Obama (qualcuno l'altra notte scherzava: «Bill Clinton ha vinto la sua terza elezione»). E soprattutto vista la popolarità di cui gode la coppia: lui vanta un indice di gradimento bulgaro; lei è stata elogiata quasi all'unanimità per il suo lavoro al dipartimento di Stato e in molti sondaggi è stata preferita al presidente Obama, durante il mandato. Uno stratega democratico ha detto a Politico che Hillary è «la figura politica più popolare» degli Stati Uniti. Quindi come non vederla in corsa fra quattro anni?
Per gli esperti una sua discesa in campo farebbe piazza pulita di avversari nel partito; nel frattempo la sua indecisione potrebbe mantenere in stallo i democratici. Lei per ora non sembra avere fretta, è probabile davvero che si ritiri a vita più o meno privata, lavori con la fondazione del marito, faccia la nonna e scriva un libro che aumenti ancora il patrimonio di famiglia. I bookmaker inglesi puntano comunque tutto su di lei: è data al primo posto per la Casa Bianca nel 2016, con cinque a due. Dopo di lei, il secondo (è dato sei a uno) è un altro nome che ricorda il passato: Jeb Bush. Il figlio di George H. e il fratello di George W., l'ex governatore della Florida che per molti sarebbe una scelta «naturale» per i repubblicani che devono a tutti i costi recuperare il voto ispanico. E Jeb Bush oltre a parlare spagnolo, oltre a essere stato governatore dello stato più latino d'America, ha una moglie messicana di origine e ha già strigliato il partito sull'immigrazione e le posizioni ultraconservatrici. Jeb Bush avrebbe alle spalle «il brand, cioè la dinastia» come ha sintetizzato lo stratega conservatore Alex Castellanos a Politico, che ha rilanciato il sogno di un «ritorno al futuro» per le prossime presidenziali, con una sfida, appunto, Clinton-Bush. Possibile, probabile secondo i bookmaker, ma non così sicura. In corsa per il Gop ci sarebbero anche Marco Rubio, il senatore della Florida di origini cubane, il vice scelto da Romney, Paul Ryan, il governatore del New Jersey Chris Christie (molti lo hanno accusato di avere sfavorito Romney apposta).
Una questione più immediata è chi sostituirà Hillary: i nomi sono quelli di Susan Rice, ambasciatrice all'Onu e amica del presidente e John Kerry, presidente della commissione esteri al Senato che ha allenato Obama per i suoi discorsi.

Al tesoro, al posto di Geithner è favorito il capo dello staff della Casa Bianca Jacob Lew, mentre alla Difesa, al posto di Leon Panetta, molti si aspettano un colpo di scena: Chuck Hagel, veterano del Vietnam, repubblicano (moderato).

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