Hollande scrive al tribunale per «aiutare» Valerie

È soltanto una lettera, anzi una «testimonianza personale» dicono dall'entourage del presidente. Ma la missiva spedita da Hollande ai giudici del tribunale di Parigi è politicamente scorrettissima: sostiene infatti la causa della sua compagna, Valerie Trierweiler, che ha citato per diffamazione gli autori di una biografia non autorizzata su di lei. Il libro che ha fatto inviperire la premiere dame si intitola La Frondeuse e in pochi mesi ha già venduto ventimila copie; a differenza dell'autobiografia di Valerie, che si è fermata a mille e duecento esemplari venduti.
Insomma la biografia incriminata è stata letta dai connazionali e Trierweiler - giornalista pure lei, vale la pena ricordarlo - ha deciso di denunciare i colleghi Christophe Jakubyszyn e Alix Bouilhaguet per diffamazione e ha chiesto 80mila euro di danni, oltre agli interessi e al rimborso delle spese giudiziarie per 5mila euro. Per non fare torto a nessuno, Valerie ha anche chiesto 70mila euro alla rivista Point de Vue, che due mesi fa aveva osato pubblicare una intervista ai due. E che cosa c'entra Hollande? È proprio questo il punto: il presidente non c'entra, o meglio non dovrebbe c'entrare. E invece è entrato molto nella faccenda, scrivendo la sua «testimonianza personale» al tribunale, che però è stata interpretata più che altro come una pressione: perché si capisce che una lettera arrivata direttamente dall'Eliseo (anche se scritta a mano) non passi inosservata. Specialmente se è raddoppiata da un'altra «testimonianza» di peso, quella del ministro dell'Interno Valls il quale ha addirittura scritto su carta intestata. È stata la radio Rtl a rivelare l'esistenza delle due lettere e l'opposizione si è detta «stupefatta», nelle parole di Bruno Beschizza, un responsabile dell'Ump, che ha parlato di «confusione di poteri». Ma critiche sono arrivate da tutta la destra. Nella sua missiva il presidente «denuncia» l'inesistenza di una lettera inviata a Balladur (di cui si parla nel libro) e definisce «invenzioni» alcuni passaggi.
In realtà la parte più interessante della biografia è quella sulla presunta relazione di Valerie con un politico di destra, Patrick Devedjian dell'Ump.

E come ogni altra volta in cui si è parlato troppo della premiere dame, c'è stato un intervento «dall'alto»: è successo con Pierre Salvac, licenziato dalla radio per un tweet sessista; con Philippe Sollers del Journal du dimanche, anche lui cacciato per la sua satira; con le riviste che volevano pubblicare le foto della coppia in costume da bagno, su cui sono state fatte «pressioni amichevoli». In questo caso però, nessuna pressione: solo una testimonianza molto autorevole...

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