Incendio sul super jet A terra tutti gli F-35

New YorkGli F35 americani restano a terra: dopo l'incendio avvenuto a bordo di un jet due settimane fa in Florida servono nuovi controlli, e così il Pentagono ha deciso lo stop dell'intera flotta dei suoi Joint Strike Fighter, i super velivoli costruiti da Lockheed Martin. Una notizia amara per l'aviazione a stelle e strisce, arrivata proprio in concomitanza con la Festa dell'Indipendenza del 4 luglio. Ad annunciare la decisione è stato il portavoce del Dipartimento della Difesa, ammiraglio John Kirby: «Le cause dell'episodio restano sotto osservazione - ha spiegato - Sono state ordinate altre ispezioni ai motori e il rientro in servizio sarà determinato sulla base dei risultati delle verifiche e sull'analisi dei dati tecnici».
Il Pentagono ha detto che si è trattato di una perdita di olio al motore, quindi è stato deciso di fermare i velivoli - sia quelli in dotazione all'Air Force che alla Marina - a scopo precauzionale. Secondo le prime informazioni le verifiche riguardano i motori costruiti dalla Pratt & Whitney, e la decisione è scattata dopo l'incendio scoppiato il 23 giugno a bordo di un aereo nella base di Eglin, in Florida. A causa dei diversi problemi tecnici degli avveniristici jet i costi sono lievitati, tanto che quello degli F35 è il più costoso programma militare mai realizzato negli Stati Uniti, pari a circa 399 miliardi di dollari per 2.443 velivoli.
L'Australia e la Corea del Sud, che hanno in programma l'acquisto rispettivamente di 58 e 40 caccia, hanno detto che per ora non ci sono cambiamenti nei loro piani. Mentre la decisione della Difesa Usa ha messo in pericolo l'esordio degli F35 in Gran Bretagna ad alcuni show dell'aeronautica, a fine luglio. Il Pentagono ha precisato che i preparativi proseguono, e una decisione finale arriverà all'inizio della prossima settimana.
Anche l'Italia ha in programma di dotarsi dei caccia F35 - 60 del modello a decollo orizzontale convenzionale e 30 del modello a decollo verticale - ma il piano complessivo di acquisto è in sospeso sino a quando non sarà messo a punto il «Libro bianco» della Difesa. «Non sta a me dare giudizi tecnici» sugli F35, ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini, rispondendo a una domanda a Radio Capital dopo lo stop del Pentagono. La titolare della Farnesina ha poi precisato che «la strategia italiana» di difesa «è sotto revisione», c'è «una discussione anche su quali aerei comprare». «Sicuramente anche noi avremo bisogno di riaggiornare i nostri strumenti militari, molti sono vecchi - ha aggiunto - Una discussione da fare anche con gli americani».
Ma in Italia si infiamma il dibattito politico: «Le notizie che arrivano dagli Stati Uniti confermano la bontà della nostra proposta di moratoria sugli F35 e di richiesta di un dimezzamento delle spese», ha commentato Gianpiero Scanu, capogruppo Pd in Commissione Difesa alla Camera, sottolineando che tuttavia «il rigore con cui la Difesa americana tratta questo tema ci tranquillizza molto».

L'orientamento del gruppo rappresentato da Scanu, però, non è quello di abbandonare il programma: «La nostra partecipazione al progetto non è in discussione, ma allo stesso tempo considero impossibile che si possa procedere all'acquisto anche di un solo aereo senza un riconoscimento unanime della sicurezza e della praticabilità di questo strumento», ha proseguito. A suo parere «ritirarci adesso sarebbe prematuro, e per questo ci muoveremo col buonsenso», ma «certamente non compreremo aerei che non siano assolutamente affidabili».

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