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Kerry rassicura Netanyahu: "Presto per revocare le sanzioni all'Iran"

Il segretario di Stato americano rassicura Israele. L'apertura di Teheran è un bene "ma le parole non bastano"

Kerry e Netanyahu a Villa Taverna, sede dell'ambasciata statunitense
Kerry e Netanyahu a Villa Taverna, sede dell'ambasciata statunitense

Si è concluso intorno a mezzogiorno il primo incontro dell'agenda del segretario di Stato statunitense John Kerry.

Dopo avere lasciato palazzo Chigi, dove si è incontrato con il presidente del Consiglio, Enrico Letta, Kerry si è diretto verso il secondo impegno della giornata, il colloquio con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Se già parte dell'ora di faccia a faccia con Letta è stata impiegata a discutere della situazione del Medio Oriente, i temi geopolitici sono tornati prepotentemente anche nell'incontro con Netanyahu, con cui Kerry ha discusso dell'apertura a Occidente dell'Iran, che nelle ultime settimane ha riavviato i colloqui sul nucleare, mostrando di volere collaborare, per arrivare a una decisione condivisa.

Le mosse diplomatiche di Teheran non sono passate inosservate in Israele, dove la leadership vede con preoccupazione un atteggiamento ritenuto doppiogiochista del nuovo presidente iraniano, Hassan Rohani.

Kerry ha voluto rassicurare il premier israeliano, sottolineando che "le parole non possono sostituire le azioni" e che dunque le mosse di Rohani vengono accolte con tutte le cautele del caso.

Il segretario di Stato ha aggiunto che non è ancora arrivato il momento di cancellare le sanzioni che gravano su Teheran, cosa che potrà accadere soltanto quando sarà chiaro che il programma nucleare iraniano abbia "scopo pacifico".

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