Kiev non si arrende: 150mila ancora in piazza

Gli "europeisti" sfidano le leggi liberticide contro le manifestazioni

Kiev non si arrende: 150mila ancora in piazza

Le leggi contro le manifestazioni antigovernative somigliano ormai sempre più a quelle in vigore ai tempi dell'Unione Sovietica, e chi va in piazza a protestare contro il regime (perché di questo ormai si tratta) di Viktor Yanukovich rischia anni di galera. Ma il numero dà coraggio e così ieri a Kiev, nella centrale piazza Maidan, erano almeno 150mila le persone che hanno risposto all'appello dei partiti di opposizione. La polizia ha sparato con cannoni ad acqua (ieri Kiev era ampiamente sottozero) sui manifestanti, molti dei quali muniti di caschetti per difendersi dalle manganellate della polizia, mentre in tanti avevano portato pentole e scolapasta «per ridicolizzare le leggi liberticide».
Ma anche tra i manifestanti c'erano frange violente, intenzionate a dare, letteralmente, battaglia. Tutto è cominciato quando parte dei dimostranti nazionalisti e filoeuropei ha cercato di forzare i cordoni di polizia per raggiungere la zona dei palazzi del potere. In totale circa 10-15mila persone, parte delle quali - riconoscibili come militanti ultranazionalisti - si sono impegnate poi in prima fila negli scontri. I gruppi più violenti di manifestanti hanno attaccato e devastato tre pullman delle forze dell'ordine, uno dei quali è stato dato alle fiamme. Al termine della giornata di scontri il governo ha denunciato il ferimento di 30 poliziotti, ma le vttime della violenza della polizia, ben documentata dalle fotografie, non si contano.
Il movimento ostile alla svolta filorussa imposta dal presidente Yanukovich vive chiaramente una forte frustrazione ed è in una fase di transizione anche in vista delle presidenziali del 2015, alla ricerca di un leader che possa meglio guidare l'eterogenea coalizione di movimenti conservatori e nazionalisti di destra. Si contendono per ora senza successo questo ruolo la pasionaria arancione Yulia Tymoshenko, attualmente detenuta, il leader ultranazionalista del partito Svoboda, Oleg Tiaghnibok, e quello del partito Udar, l'ex campione mondiale di pugilato Vitaly Klitschko.
Quest'ultimo, che gode di appoggi politici soprattutto in Germania, si sforza sempre di evitare eccessi da parte dei manifestanti per non fornire al governo e alla polizia pretesti per indurire ulteriormente la repressione. Ieri però è stato aggredito da un dimostrante particolarmente esagitato che gli ha diretto contro il getto di un estintore quando ha cercato di calmare la folla.

Qualcuno gli ha gridato contro insulti come «traditore» e gli chiedeva a gran voce «azioni, non parole». Ieri è salita sul palco di piazza Maidan anche Tetiana Chornovol, la reporter e attivista politica picchiata brutalmente la notte di Natale e le cui immagini insanguinate hanno fatto il giro del mondo.

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