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«L’Europa si ribella alla Merkel, era ora»

«L’Europa si ribella alla Merkel, era ora»

La vittoria di François Hollande, insieme con il risultato delle elezioni greche, mette fine all’asse franco-tedesco «Merkozy» che ha obbligato l’Europa al regime di austerità di questi ultimi due anni. E ciò significa che «l’euro e il progetto europeo hanno ora chances migliori di sopravvivere rispetto a pochi giorni fa». Lo ha affermato il premio Nobel per l’economia, Paul Krugman, sul New York Times. Le presidenziali in Francia e le legislative in Grecia sono stati due referendum «sull’attuale strategia economica europea, e in ambedue i paesi gli elettori l’hanno bocciata». «Non è chiaro - ammette l’economista - come il voto si tradurrà in un cambio reale della politica, ma è chiaro che è finito il tempo di una crescita tramite l’austerità». Nel suo ultimo intervento sul quotidiano newyorkese, Krugman se la prende anche col settimanale britannico Economist, colpevole di aver definito «pericoloso» Hollande in quanto «crede davvero nella necessità di realizzare una società più equa». Che orrore, chiosa sarcastico il premio Nobel, il quale ritiene positivo che la Germania tagata Merkel, dopo il licenziamento di Sarkozy che segue le recenti elezioni nei Paesi Bassi, possa contare nell’Unione europea su sostenitori acritici sempre meno numerosi. «Era ora che gli elettori europei si ribellassero», scrive ancora Krugman.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Washington Post: «Gli elettori europei infliggono un duro colpo ai tagli di spesa, un segnale anti-austerità che essere una lezione utile anche in vista delle elezioni americane».

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