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L'uomo delle tasse e il manager A New York poltrona per due

Il democratico De Blasio, detto l'"anti-Bloomberg" per il programma tutto a sinistra, fa già tremare il mondo degli affari. Sfiderà il repubblicano Lhota

L'uomo delle tasse e il manager A New York poltrona per due

Di sicuro Bloomberg non ha votato, per nessuno dei due. Perché il sindaco che governa New York da dodici anni ed è ormai in scadenza (tre mandati, non può più ripresentarsi per la disperazione di molti sostenitori, ma potrebbe unirsi a Bill Clinton nel club degli preferiti in pectore) è un indipendente, quindi alle primarie - democratiche o repubblicane - non si presenta. Però il giorno dopo il voto che ha sorteggiato i due contendenti alla sua poltrona si potrebbe dire facilmente quale preferisca, fra Joe Lhota, il repubblicano, e Bill De Blasio, il democratico. Anche se in realtà solo il conservatore ha la certezza che sarà in gara, il prossimo 5 novembre, election day per la seconda carica più importante del mondo (dopo quella del presidente): lui ha infatti ottenuto il 52,6 per cento, cioè niente ballottaggio. Invece De Blasio è sul filo: è al 40,2 per cento, ma mancano ancora i voti per corrispondenza e dei militari, e per non doversi ripresentare alle urne il prossimo primo ottobre deve mantenersi al di sopra del 40 per cento. Si saprà lunedì, se è passato al primo turno, oppure se dovrà sfidare Bill Thompson, arrivato secondo col 26 per cento.

Fra i due, appunto, Bloomberg non avrebbe dubbi, e potrebbe anche sostenere pubblicamente la causa di Lhota - purché i sondaggi gli diano qualche speranza. Il punto non è l'appartenenza politica, e non è nemmeno che Lhota, un anno fa, con scarsa lungimiranza abbia definito il sindaco «un idiota» dopo l'uragano Sandy: il fatto è che New York vota tradizionalmente democratico, anche se più alle politiche e alle presidenziali che per Gracie Mansion. L'altro fatto è, soprattutto, che De Blasio è già stato battezzato l'«anti-Bloomberg» e Bloomberg, semplicemente, lo odia. Lo ha dimostrato in una intervista recente in cui, oltre a parteggiare per la sua erede designata Christine Quinn (speaker del Consiglio, prima donna candidata sindaco dichiaratamente lesbica), ha accusato De Blasio di essere «razzista», perché «usa la sua famiglia» per ottenere voti. In effetti casa De Blasio è una specie di Mulino Bianco multiculturale visto che la moglie Chirlane McCray è una afroamericana ex lesbica, lo stesso Bill è figlio di emigrati del Sannio e i figli Dante e Chiara sono stati ampiamente esibiti, soprattutto il primo, protagonista di uno spot tv dal successo clamoroso (è stato scaricato centomila volte sul web) grazie ai suoi vistosi capelli afro. Però il risultato delle accuse di Bloomberg è stato che la sua adorata Quinn è stata bocciata con solo il 15,5 per cento (le fanno compagnia i due ex peccatori non redenti, Weiner, ultimo al 4,9 per cento e Spitzer, in corsa per il ruolo di direttore finanziario della città: entrambi non hanno superato gli scandali sessuali che li avevano travolti), mentre De Blasio ha vinto.

L'exploit De Blasio, il mistero De Blasio: perché fino a luglio nei sondaggi era quarto, con scarse speranze come il suo programma «progressista» che prevede di tassare i più ricchi, difendere le minoranze e i meno abbienti con salario minimo e maggiori benefit e scuole materne per tutti (con le imposte di chi guadagna più di 500mila dollari), oltre alla fine dello «stop and frisk», la possibilità per la polizia di fermare, interrogare e perquisire per strada. De Blasio ha impostato la sua campagna contro la visione di Bloomberg uomo d'affari amico degli uomini d'affari. L'élite newyorchese - racconta il New York Times - ha sintetizzato la sua ascesa così: «Terrificante». Il mondo del business, dei banchieri e di Wall Street si chiede a che santo rivolgersi, e quel santo può essere solo Lhota, che però finora non ha suscitato grande entusiasmo. D'altra parte ha battuto il rivale, il miliardario John Catsimatidis di dodici punti. Lhota, 58 anni, ex capo dell'Autorità dei trasporti metropolitana, è stato il vice di Giuliani, che l'ha appoggiato. Quello che sogna ora è l'endorsement di Bloomberg.
La sfida è dura, pure fisicamente: De Blasio, 51 anni, difensore civico, è alto quasi due metri e ha ottenuto il voto delle minoranze anche contro Thompson, l'unico candidato di colore. Sono quasi vicini di casa, i due contendenti: Lhota abita a Brooklyn Heights, De Blasio a Park Slope. Sempre al di là del ponte. Però entrambi vogliono guardare Manhattan da molto vicino, dal prossimo 5 novembre.
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ilgiornale.it/barbieri
Italoamericano e repubblicano che dà il nome a un aeroporto della città, è stato sindaco per tre mandati dal 1934 al '45

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