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Marò, il processo ritarda: verso un Natale in prigionia

Ancora rinvii. Sul web colletta per i regali ai figli dei due militari

Marò, il processo ritarda: verso un Natale in prigionia

Dopo 263 giorni l'odissea dei due marò trattenuti in India continua con uno stillicidio di rinvii giudiziari, mentre la Corte suprema, che dovreb­be decidere la loro sorte, se ne va bella­mente in ferie. A tal punto che su Face­book è partita una colletta per i regali di Natale ai figli di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Giovedì il tribunale di Kollam, nell' inflessibile stato indiano del Kerala dove l'odissea è cominciata, ha deci­so l'ulteriore rinvio del processo a ca­rico dei marò accusati di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. L'aggiornamento del processo è stato fissato per il 12 novembre. Solitamen­te i rinvii erano di due settimane o più, in vista dell'agognata sentenza della Corte suprema, che si fa attende­re da mesi. I giudici di New Delhi devo­no decidere se dare ragione o torto all'
Italia che sostiene l'immunità dei ma­rò, in servizio antipirateria ed il difet­to di giurisdizione. Se proprio devo­no venir processati il procedimento va fatto in Italia.

L'aspetto tragi­comico è che le fe­stività indiane fa­ranno chiudere per ferie la Corte suprema dal 12 al 18 novembre. Se ne riparla il 19, ma la massima assise indiana non ha neppure lontana­mente fissato un' udienza per deci­dere la sorte dei marò.
In questa melina giudiziaria si avvi­cina dicembre e la
fatidica data di Na­tale, che veniva indicata da Roma co­me la linea del Piave per il ritorno a ca­sa di Girone e Latorre.
Se qualcosa an­dasse storto vorrebbe dire che la linea morbida e in punta di diritto adottata negli ultimi 8 mesi dal governo è stata un fallimento. A questo punto i mi­nistri degli Esteri e della Difesa do­vrebbero trarne le inevitabili conse­guenze.
La fiducia in una soluzione rapida è scarsa anche fra i «fan» dei marò, che proprio su Fa­cebook ha­nno tira­to fuori l'idea di or­ganizzare una col­letta per i regali di Natale ai figli dei fu­cilieri di marina.
L'iniziativa è stata battezzata «ope­razione miccia accesa», con tanto di conto corrente indicato sulla pagina
Fb del gruppo chiuso «Le famiglie dei marò«. «Siamo oltre tredicimila. Ba­sta un euro a testa per dei grandi rega­li di Natale ai figli dei nostri leoni trat­tenuti in India » spiega al Giornale Ele­na Spirito Perrone, che partecipa all' iniziativa.

Nel frattempo a fine mese arriverà in Italia Ashish Kumar, massimo esperto indiano di diritto marittimo internazionale. Docente all'Unieui di Vicenza, istituto che consente la certificazione di operatore di pace dell'Onu, terrà un corso a porte chiu­se a Genova. Sui marò ha già indicato le future mosse del governo di Roma: «Se gli italiani non saranno soddisfat­ti (dalla sentenza della Corte supre­ma, ndr) possono trascinare l'India davanti alla Corte internazionale di giustizia». Una mossa vagheggiata dalla Farnesina. I tempi di una causa fra stati sono, però, biblici e rischiano di far tornare a casa i marò con i capel­li bianchi.
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