La Merkel taglia i sussidi agli immigrati fannulloni

La Cancelliera contro i "turisti del welfare", stranieri che si trasferiscono in Germania solo per ottenere le generose indennità di disoccupazione

La Merkel taglia i sussidi agli immigrati fannulloni

Berlino - Colpo magistrale per Angela Merkel. Per mesi ha lasciato che fossero solo i cristiano-sociali bavaresi (Csu) a lamentarsi degli immigrati. «Chi imbroglia è fuori» è stato il titolo della campagna condotta lo scorso inverno dal partito di Monaco e che siede al Bundestag accanto ai deputati della cancelliera (Cdu). A far scattare la formazione-sorella bavarese era stato Schengen, ossia la possibilità dall'1 gennaio di quest'anno anche per i cittadini bulgari e romeni di risiedere ovunque in Europa. La Csu temeva un ricorso massiccio dei nuovi immigrati agli assegni famigliari e all'Hartz IV, il generoso sussidio di disoccupazione concesso in Germania. La corsa alla richiesta di sussidi non c'è stata, tuttavia negli ultimi mesi si è fatta più forte anche la campagna di Alternative für Deutschland (AfD), il partito che vuole il ritorno del marco tedesco e il dimezzamento delle competenze della Commissione Ue. La cancelliera ha ignorato tanto i primi quanto i secondi, limitandosi a organizzare un tavolo di lavoro dei 16 Länder federati per studiare l'intreccio fra immigrazione comunitaria e welfare nazionale.
Poi, a soli tre giorni dal voto per le europee, intervistata dalla Passauer Neue Presse, ha dichiarato: «L'Unione europea non è un'unione sociale», annunciando nuove misure per dare un giro di vite al fenomeno del parassitismo sociale da parte degli immigrati. La cancelliera tiene alla sua fama di leader europeista e le era finora mancato il pretesto per intervenire. L'assist le è stato fornito a inizio settimana dall'Avvocatura generale della Corte europea di Giustizia, secondo cui è legittimo che la Germania rifiuti i propri sussidi a immigrati Ue che risultino essere «turisti del welfare». La Repubblica federale sa essere generosa e spende 33,7 miliardi di euro l'anno in trasferimenti sociali: 26,8 vanno ai cittadini tedeschi, la parte restante a stranieri (europei ed extra-Ue) legalmente residenti. Per ottenere l'Hartz IV bisogna essere in cerca di lavoro o in formazione. Da domani, però, gli immigrati non potranno più barare. Questo il parere dell'avvocato generale Melchior Wathelet, che da Lussemburgo raccomanda di escludere dai benefici coloro che «non si vogliono integrare nel mercato del lavoro». È il caso appunto di una romena di 24 anni e residente in Germania da tre che si è vista rifiutare il sussidio dal Job Center di Lipsia perché, riporta la stampa tedesca, «priva di qualifiche, non in formazione, né intenta a cercare un lavoro». La Corte europea non ha detto ancora l'ultima parola ma difficilmente si opporrà al parere dell'Avvocatura generale.
«Non vogliamo pagare l'Hartz IV ai cittadini europei che sono in Germania solo per cercare un lavoro», ha dichiarato Merkel. Il governo sta lavorando a nuove misure che impediscano anche la concessione degli assegni famigliari (circa 180 euro) per i bambini di immigrati che non stiano lavorando. «Siamo impegnati a fondo per eliminare gli abusi», ha sentenziato la cancelliera rioccupando il centro della scena politica su un tema scottante. A chi sgarra saranno comminate sanzioni che vanno da un «foglio di via» di durata quinquennale, al carcere fino a tre anni. Dai banchi dell'opposizione si sono subito levate le proteste dei Verdi, la cui leader parlamentare Katrin Göring-Eckardt ha accusato il governo di essersi messo a fare una campagna populista e illegale perché incompatibile con i Trattati Ue.

Gli ultimi dati ufficiali del governo tedesco dicono intanto che il numero di stranieri in Germania ha raggiunto la cifra record di 7,2 milioni e che le 250mila persone arrivate nell'ultimo anno sono all'80% cittadini Ue. Nelle stesse ore è stato reso noto che, all'interno dell'area Ocse, la Germania è diventata la seconda meta al mondo per l'immigrazione dopo gli Stati Uniti.

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