Con uno degli ultimi atti prima del passaggio di consegne al nuovo presidente della Repubblica, che presterà giuramento domenica, Adly Mansour ha inserito nel codice penale egiziano per la prima volta il reato di molestie sessuali.
Finora i casi di molestie erano stati perseguiti con l'accusa più generica di "aggressione indecente" e non di rado gli accusati finivano assolti. Il problema non è da poco, se si considera che dati del 2013 forniti dalle Nazioni Unite indicano che il 99,3% delle donne egiziane è stata vittima di molestie almeno una volta nella vita.
Il reato, introdotto per decreto nel codice penale grazie all'emendamento di un articolo, sarà punibile con un minimo di sei mesi di carcere e un massimo di cinque anni e con multe fino a 5mila sterline egiziane, una somma equivalente a poco più di 500 euro. Prevede inoltre un trattamento più severo per i recidivi e per chi ha una posizione di potere nei confronti della vittima.
Se la criminalizzazione delle molestie rappresenta per la legge egiziana un importante passo avanti, diversi gruppi di attivisti hanno accolto la notizia con cautela.
Eba'a El-Tamimi, portavoce del gruppo HarassMap, sostiene che il problema principale sia culturale e che le donne potrebbero ancora "incontrare resistenza da parte degli ufficiali di polizia" nello sporgere denuncia.
Fathi Farid, di I saw harassment, ha espresso dubbi sulla possibilità per il giudice di scegliere tra una pena pecuniaria e il carcere e aggiunto che le punizioni non sono sufficientemente severe per i casi di
attacco da parte di un gruppo.In diversi momenti, dalle proteste del 2011 in poi, gli attivisti egiziani hanno denunciato un aumento dei casi di molestie di gruppo, soprattutto in occasione delle manifestazioni pubbliche.
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