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Monsieur Normalité, l'erede di Mitterand

Cinquantotto anni, laureato in legge e specializzato all'Ena (la mitica scuola della classe dirigente pubblica francese), Hollande ha iniziato a occuparsi di politica come sostenitore di Mitterand nel 1974. Convinto europeista, riporta i socialisti all'Eliseo dopo 17 anni

Monsieur Normalité, l'erede di Mitterand

Ce l'ha fatta. François Hollande ha sconfitto Nicolas Sarkozy e riporta i socialisti all'Eliseo. Nato a Rouen nel 1954, laureato in Giurisprudenza a Parigi, dopo due corsi di perfezionamento (in Scienze politiche e Alti studi commerciali), è stato ammesso all'Ena (École Nationale d'administration), vera e propria fucina della classe dirigente pubblica francese, dove nel 1980 ha chiuso con successo il suo brillante percorso di studi. Ha iniziato a bazzicare il mondo della politica nel 1974, guidando un comitato di sostegno elettorale a Mitterand. Poi, cinque anni dopo, l'iscrizione al Partito socialista, di cui è stato segretario dal 1997 al 2007. Deputato all'Assemblea nazionale dal 1988 al 1993, e dal 2007 a oggi, ha iniziato a pensare di correre per l'Eliseo l'anno scorso, non appena si diffuse la notizia dell'arresto, a New York, dell'ex presidente del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn. Socialista anche lui, senza scandalo sessuale - e successivo arresto - sarebbe stato lo sfidante naturale di Sarkozy. Poi saltò tutto (e in molti pensarono a un complotto). I socialisti francesi si rimboccarono le maniche e ripartitono da zero, con le primarie. Hollande ha battuto la segretaria del partito, Martine Aubry (40% contro il 31%).

Riformista e moderato, è riuscito a imporsi come leader moderato e rassicurante, lontano anni luce dagli eccessi "bling bling" di Sarkozy (con l'ostentazione dei segni esteriori della ricchezza). I francesi piano piano si sono fatti conquistare da quello che, all'inizio, sembrava solo un grigio burocrate, freddo e non in grado di scaldare i cuori dei francesi. Invece c'è riuscito, diventando il secondo presidente socialista della V Repubblica, dopo Mitterrand.

Con sacrificio si è sottoposto a una rigida dieta e in pochi mesi, rinunciando alla sua amatissima cioccolata, Hollande è riuscito a perdere dieci chili. Seguendo i consigli del suo staff ha svecchiato la sua immagine, cancellando quell'immagine di "flanby", la marca di un budino, che qualche buontempone gli aveva affibbiato, ovviamente per denigrarlo. 

Per molti era del tutto privo di esperienza di governo. E c'era di non smetteva mai di ricordare la serie infinita di sconfitte patite dai socialiti sotto la guida di Hollande: una su tutte, lo smacco di Lionel Jospin, superato al primo turno nel 2002 dal leader del Front National, Jean-Marie Le Pen. I socialisti, in quel caso, non riuscirono neanche ad arrivare al ballottaggio. Una sconfitta mortificante.

Ma Hollande è riuscito a stupire tutti. Ha dimostrato che, nella vita, anche i difetti possono essere trasformati in inaspettate virtù. Le virtù dell'uomo normale. Se c'è una cosa che Hollande ha dimostrato in questi mesi è un grande carattere. Ha risposto colpo su colpo ai fendenti di Sarkozy e, nell'ultimo - e unico - duello in diretta tv ha respinto i duri attacchi del presidente senza subire il minimo danno. In uno dei suoi ultimi comizi a Tolosa, Hollande ha ricordato le parole del suo maestro Mitterand, che proprio in quella città era solito concludere le proprie campagne presidenziali: "Credo alle forze dello spirito e resterò sempre con voi". Anche Hollande ha parlato delle "forze dello spirito". In platea c'erano l'ex moglie e la nuova compagna. Superati, dunque, i vecchi dissidi legati alla sfera affettiva-familiare. Sul palco con lui c'era anche Jospin. L'uomo della tremenda sconfitta, dell'umiliazione della gauche. Ora i socialisti si prendono la rivincita.

Nel nome di Mitterand.

 

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