LondraUna multa di 4 miliardi e mezzo di dollari per cancellare dalla memoria il tragico disastro ambientale del Golfo del Messico. È questa la cifra stratosferica, risarcimento record della storia americana, che la società petrolifera britannica Bp si è detta disposta a pagare pur di concludere un contenzioso di due anni con il governo statunitense in seguito all'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon avvenuta nel 2010. Nessun accordo aveva mai raggiunto una cifra simile ma va detto che in questo caso il danno all'ambiente era stato di proporzioni enormi.
Il 20 aprile di due anni fa, 50 miglia a largo delle coste della Louisiana, la piattaforma era esplosa portandosi via la vita di undici persone e rilasciando in mare circa 206 milioni di petrolio grezzo. Dentro l'oceano un altro oceano nero la cui fuoriuscita era sembrata inarrestabile. Per ben 85 giorni la marea collosa e scura aveva invaso le acque uccidendo la fauna e bloccando ogni possibilità di pesca commerciale. Solo dopo numerosi tentativi andati a vuoto i tecnici erano riusciti a fermare il flusso, ma ormai i danni erano incalcolabili.
In seguito il governo americano aveva citato in giudizio, oltre alla Bp, anche la proprietaria della piattaforma Transocean e il gruppo Halliburton. Nel 2011 una commissione presidenziale aveva stabilito che la fuoriuscita era stata causata dai ritardi e dalla mancata volontà da parte della stessa Transocean e degli altri due gruppi di aumentare la spesa destinata per la copertura delle emergenze. Secondo l'inchiesta interna avviata dalla Bp invece, dietro all'incidente non ci sarebbe stata una sola causa ma un insieme di fattori e circostanze legate al lavoro effettuato nel tempo da tutte le compagnie coinvolte. In questi mesi la Bp ha dichiarato più volte di non volersi tirare indietro assumendosi le proprie responsabilità per quanto era accaduto e invitando le altre società a fare altrettanto. Ieri, nel tardo pomeriggio, dopo che erano già uscite diverse indiscrezioni a mezzo stampa, è giunto anche il comunicato ufficiale della società che confermava il raggiungimento dell'accordo. «Noi tutti siamo profondamente rammaricati per la tragica perdita di vite umane causate dall'incidente della Deepwater Horizon così come lo siamo per l'impatto che la fuoriuscita ha avuto sulle regioni che si affacciano sul Golfo del Messico», ha detto ieri Bob Dudley, direttore esecutivo della Bp, che ha aggiunto: «Ci scusiamo e come si può vedere dall'accordo raggiunto abbiamo accettato la responsabilità per le nostre azioni». L'azienda si è dichiarata colpevole per 14 tipi di reato e ha acconsentito a pagare una multa di 4 miliardi di dollari da versare nell'arco di cinque anni più un'addizionale di 525 milioni distribuita su tre anni. Per raccogliere i fondi necessari al pagamento della multa l'azienda sta vendendo parte delle sue infrastrutture.
Il presidente Carl Heinrich Svanberg, ha anche detto che l'accordo consentirà alla Bp di difendersi nelle cause civili intentate da istituzioni finanziarie, compagnie di assicurazioni, casinò e ippodromi che non hanno partecipato alla definizione dell'accordo e che ritengono di aver subito ulteriori danni dalla moratoria alle trivellazioni imposta dal governo di Obama proprio in seguito al disastro.
E sempre ieri il dipartimento di Giustizia americano ha reso noto che per l'incidente due ex manager della Bp sono accusati di omicidio colposo e un terzo di aver mentito agli investigatori.
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