I cinesi boccheggiano come pesci a cui manca l'aria. Quella che respirano è così zeppa di polveri sottili e smog che, per una volta, si sono dovuti inchinare dinnanzi alla creatività italiana per poter uscire di casa senza ingoiare quello che di peggio c'è nell'atmosfera. Sono i clienti più affezionati dei filtri nasali prodotti da una microazienda bresciana, la Sanispira. Che ha già consegnati al comune di Pechino 120mila pezzi. Ma è solo un assaggio: stavolta siamo noi a invaderli con un prodotto, sono già in partenza forniture per altre città.
Giampietro Rizzini, amministratore delegato di Sanispira, non fa il tifo per lo smog. Ha solo colto la palla al balzo e ha sfornato un prodotto vincente. «Ho lavorato per due anni in Cina per un'azienda italiana e mi sono reso conto che i loro livelli di inquinamento sono impossibili. Così, quando al mio amico Narciso è venuta l'idea del filtro nasale mi si è accesa una lampadina e abbiamo creato una start- up». L'azienda è giovane, sette in tutto i dipendenti, ma è altamente qualificata. Ha persino ricevuto il premio per la migliore innovazione di Unicredit e Confindustria, che consiste in una serie di servizi e 25 mila euro. Rizzini non nasconde la sua soddisfazione. «Abbiamo iniziato la produzione dei filtri la primavera scorsa e ora produciamo circa 3-4 milioni di pezzi. Esportiamo in Canada, Inghilterra, Grecia, Olanda e Cina».
In Italia, che non è certo invidiata per l'aria pulita, i filtri possono essere utili ai ciclisti, a chi lavora per strada, ai vigili urbani. Quelli di Torino, per esempio, li hanno già provati, ma mancano i fondi. Una confezione da sei costa 8,90 euro sul web o in farmacia, ma sono certificati a livello internazionale come rimedio contro le polveri sottili: le trattengono fino all'82%. Fanno da barriera anche per le allergie. «Mio fratello - racconta Rizzini - è allergico alle graminacee.
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